Segrate, 6 febbraio 2011 - Un borgo ferito due volte. A quasi due anni dal lacerante terremoto che ha distrutto il piccolo Comune abruzzese di San Pio delle Camere, ieri è andato a fuoco un altro luogo simbolo della ricostruzione del borgo di Castelnuovo. Un rogo ha completamente distrutto il centro polifunzionale donato l’anno scorso dalla città di Segrate, che con una straordinaria mobilitazione cittadina aveva raccolto in pochissime settimane i 500mila euro necessari per realizzare il primo tassello della «città del domani». Invece, a Casteluovo il domani sembra non voler arrivare mai.

Le fiamme hanno divorato la struttura portante in legno, facendo implodere il tetto. Le travi non hanno retto e la costruzione si è accartocciata su se stessa come fosse un castello di carta. Potrebbe essere stato un corto circuito a scatenare l’incendio che, nel giro di poche ore, ha raso al suolo il centro, inaugurato il 29 agosto del 2009. Era diventato un luogo di aggregazione per i giovani e, tra i progetti futuri, c’era anche quello di utilizzare una parte della casa per dare appoggio a professionisti e lavoratori della zona per rilanciare le proprie attività.

Un laboratorio di idee insomma, per fare ripartire l’economia locale. Invece, il sogno è andato letteralmente in fumo. Una scintilla e poi le fiamme, che hanno bruciato la costruzione davanti agli occhi attoniti degli aquilani. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco insieme a polizia e carabinieri, per tentare di spegnere le fiamme. Molti gli abitanti della zona che hanno assistito all’incendio del centro, impotenti di fronte a questo nuovo scempio. Proprio in questi giorni infatti, nel centro polifunzionale era stata allestita una mostra sulla ricostruzione di Castelnuovo, una rassegna di progetti e idee degli studenti della Facoltà di Architettura di Firenze. Tocca alle perizie tecniche dei vigili del fuoco ora stabilire con esattezza le cause dell’incendio. Sull’incidente è stata aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, con l’accusa di incendio colposo.

A San Pio delle Camere, un paesino di 600 abitanti arroccato sulle montagne vicino a L’Aquila, il sisma aveva distrutto oltre la metà delle abitazioni e causato la morte di cinque persone. Uno dei luoghi più colpiti era proprio il borgo di Castelnuovo. La catena di solidarietà che ha legato con un affetto profondo i segratesi a questo sfortunato paesino abruzzese era iniziata poche ore dopo il terremoto, quando il sindaco di Segrate Adriano Alessandrini si era messo al telefono alla ricerca di una comunità cui tendere la mano. Aveva telefonato a tutti i municipi della zona, ma in quelle drammatiche ore tutto era fermo e deserto. Ad alzare il ricevitore era stato il sindaco di San Pio delle Camere. A quel punto, a Segrate era scattata una gara di solidarietà. Associazioni, cittadini, aziende pubbliche e private avevano contribuito a raccogliere 500mila euro per realizzare il progetto e costruire la struttura in legno.

Il centro era stato realizzato a tempo di record: Alessandrini e e il suo regalo ai castelnovesi erano arrivati in Abruzzo prima del presidente lombardo Roberto Formigoni e perfino delle inaugurazioni del premier Berlusconi. Una struttura polifunzionale con asilo, biblioteca, sale studio e ricreazione, sale per gli anziani e spazi collegati alla rete dove i professionisti del paese potessero riprendere la propria attività. Per ironia della sorte, erano stati proprio i Vigili del Fuoco i primi a dare una mano nella costruzione del centro polifunzionale, oggi ridotto a un cumulo di macerie.