Cernusco sul Naviglio, 14 novembre 2010 - Togliersi una volta per tutte dalla vista l’ecomostro della Melghera. Questa la speranza che si portano appresso da più di vent’anni i residenti cernuschesi del quartiere Molinetto. Che, dai tempi dei Mondiali di Calcio di Italia '90, convivono con la quotidiana e grigia presenza del mastodontico albergo abbandonato e, ormai, sempre più fatiscente. Una colata di cemento da più di 100mila metri cubi di volumetria che la proprietà, con sede in Pakistan, non ha mai portato a termine, lasciandolo in sospeso per due decenni. Una situazione di cui, nel 2006, si era occupato anche il Gabibbo, in uno dei suoi blitz anti spreco e degrado per Striscia la Notizia.

Con la recente approvazione del Piano di governo del territorio, però, qualcosa si sta per muovere e di qui ai prossimi due anni potrebbero riaprire i cantieri per la sua riqualificazione. L’amministrazione Comincini, infatti, ha posto le basi con i proprietari per un compromesso tra le esigenze del Comune, che spera di riuscire a eliminare dal proprio territorio questo inutile casermone senza concedere troppo dal punto di vista speculativo, e quelle della società asiatica, che punta a monetizzare al meglio le potenzialità dell’area.

Ecco dunque una bozza di progetto, su cui le parti avrebbero già trovato convergenza. Prevederebbe l’abbattimento di un terzo di edificato, che verrebbe riportato a verde, e la riconversione di un ulteriore terzo di volumetria in residenziale con la creazione di circa 120 appartamenti. Il restante terzo, invece, resterebbe destinato a funzioni alberghiere, commerciali e uffici.

«Riuscire a sottoscrivere una convenzione su questi accordi», spiega il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Giordano Marchetti «sarebbe un risultato estremamente soddisfacente. Quando siamo arrivati al governo della città (nel 2007, ndr) la proposta messa sul piatto dalla proprietà chiedeva la totale riconversione in residenziale, con un megapiano da 450 appartamenti che abbiamo subito cassato. Quindi ci siamo fatti avanti noi, chiedendo la demolizione di 15mila mentri cubi di edificato in cambio dell’ok a costruire case per 25mila metri cubi. Con le osservazioni al Pgt è arrivata la loro controproposta, su cui speriamo di poter trovare la quadra: loro aumenteranno a 30mila metri cubi la parte da abbattere e il Comune concederà un piccolo aumento di volumetria residenziale portandola a 30-33mila metri cubi. Il resto rimarrà terziario». Marchetti è fiducioso di poter chiudere la partita.