Cernusco sul Naviglio, 19 ottobre 2010 - Giro di vite dell’amministrazione cernuschese contro gli inquilini morosi residenti negli appartamenti di poprietà comunale. Una «stretta» che ha fruttato alle casse pubbliche circa 60mila euro sui 120mila di crediti non pervenuti agli uffici del municipio. «Si tratta di persone e nuclei familiari che non sono in carico ai servizi sociali», precisa l’assessore alle Politiche sociali, Rita Zecchini, «quindi senza un motivo conosciuto per non pagare l’affitto».


In qualche caso i debiti accertati arrivavano a 20mila euro, pari ad alcuni anni di affitto. Villa Greppi ha intimato ai morosi il saldo del debito entro una data prestabilita, pena lo sfratto esecutivo. In un caso l’alloggio è stato restituito spontaneamente (ma il Comune ha mantenuto il credito nei confronti dell’inquilino), mentre altri hanno saldato il debito, per un totale che ad oggi ammonta, appunto, a circa 120 milioni di vecchie lire. «Ogni due anni - spiega l’assessore - l’amministrazione svolge accertamenti sulla sussistenza dei requisiti patrimoniali per mantenere il diritto all’alloggio comunale, applicando in questo caso le regole dettate da una legge regionale in tema di anagrafe dell’utenza e del patrimonio. In sostanza, chi abita in una casa comunale deve periodicamente dimostrare che, in base alla propria situazione patrimoniale, mantiene il diritto ad occupare l’alloggio».
 

Oltre alla verifica dei requisiti si valuta anche l’eventuale revisione del canone di affitto: in aumento se la situazione patrimoniale migliora, in base ai parametri fissati dalle norme, oppure, nei casi di peggioramento della situazione economica, per far emergere le situazioni di disagio che i Servizi sociali possono poi contribuire ad alleviare. «Un’azione importante al fine di tutelare chi ha veramente bisogno, soprattutto in questa fase di crisi economica e occupazionale», commenta Zecchini, «e contro chi invece ha la capacità economica di sostenere un affitto a canone sociale, comunque calcolato secondo parametri fissati per legge, ma pensa di farla franca perché il suo «padrone di casa» è il Comune.
 

Una situazione di ingiustizia sociale», conclude l’assessore, «sulla quale abbiamo il dovere di intervenire in modo costante e determinato». Per quanto riguarda gli affitti non ancora versati e il rischio di ripetersi di ritardi, l’amministrazione comunale assicura che continuerà a vigilare sulla regolarità nel pagamento degli affitti e delle spese condominiali.