Cernusco sul Naviglio, 13 ottobre 2010 - In diretta sui 93.9 fm da oltre 30 anni, Radio Cernusco Stereo è ormai una vera e propria rarità. E non solo in Martesana. Una delle ormai pochissime emittenti locali al di fuori del circuito dei grandi network, che ancora ha la forza e l’entusiasmo per andare avanti, nonostante ristrettezze e «attacchi» da parte delle più ricche e potenti vicine di frequenza, per dar voce alle voci della città. A parlarci del progetto Rcs è Andrea Frabetti, storico dj e attuale direttore tecnico dell’emittente. «Rcs è nata alla fine degli anni Settanta. Fondata da don Antonio Bernasconi aveva sede sede in un vecchio cascinale di via San Francesco. Oggi, invece, Radio Cernusco è in piazza Matteotti ed è gestita da una cooperativa, che ha come socio di riferimento la comunità pastorale. Ogni settimana sono un migliaio gli ascoltatori che si collegano sui 93.9 fm». Senza contare i circa 150mila i visitatori medi ogni sette giorni del sito www.rcs939.com, che permette di ascoltare la radio cernuschese in streaming Web in ogni parte del globo.


Ad occuparsi della programmazione sono Ivan Teppa, unico disc jockey stipendiato, e un folto gruppo di volontari, che ogni giorno si alternano ai microfoni. Ma problemi e difficoltà non mancano. «La situazione non è delle più rosee», spiega lo stesso Frabetti. «Il principale problema sono le frequenze. Noi abbiamo la nostra dagli anni ‘70 (93.9 fm, ndr), ma i grandi network fanno di tutto per «schiacciarci». Invadono il nostro spazio nell’etere, montano giganteschi ripetitori che ci sovrastano fino a coprirci. Il tutto perché nell’era dei colossi non è più accettabile avere un piccola radio che «occupa» una frequenza, anche se legittimamente. Noi ovviamente resistiamo, ma in pochi ci riescono. Prendiamo solo l’est Milano: negli anni Settanta in città c’erano Rcs e Radio Martesana, a Pioltello altre tre emittenti, idem a Melzo, più un’altra ancora a Brugherio. Negli anni tutte hanno dovuto chiudere o vendere».

Radio cernusco stereo, invece, tiene duro. Con la speranza che presto entri in funzione anche in Italia il sistema Dab, una sorta di digitale terrestre per le radio, cha garantirebbe l’effettivo rispetto dello spazio di ciascuno, grande o piccolo. «Ma passerà almeno un altro quinquennio», conclude Andrea. Intanto, l’emittente va avanti, continuando a fare intrattenimento e informazione sull’etere cittadino, consapevole della propria unicità. «A fare la differenza rispetto alle poche radio locali rimaste è la qualità del servizio che offriamo. Garantiamo una diretta quotidiana dalle 7 alle 23, abbiamo trasmissioni dedicate a ciascun genere musicale, tutte condotte da veri esperti. Altro servizio importante è il collegamento in diretta con il consiglio comunale, ma non mancano i dibattiti tra le forze politiche e gli spazi dedicati all’attività delle associazioni sociali e sportive. Periodicamente, poi, i portavoce del comune illustrano novità e progetti amministrativi in cantiere».


Distante anni luce lo showbusiness: «Per una precisa scelta», conclude Andrea, «non mettiamo in vendita «slot» per far passare canzoni commerciali e «pilotate» dalle grandi case discografiche. Preferiamo dare spazio ai giovani talenti emergenti. Sulle nostre frequenze cantanti da reality show non hanno mai trovato e non troveranno mai spazio».