Cernusco, affidata a una lettera la "verità" di Gargantini

L'imprenditore suicida ha lascito uno scritto

 I carabinieri  lunedì scorso fuori dalla sede della San Marco

I carabinieri lunedì scorso fuori dalla sede della San Marco

Cernusco sul Naviglio (Milano), 21 maggio 2015 - Chiusa in una busta di plastica insieme a tutte le altre carte che c’erano sulla scrivania lunedì, consegnate alla Procura di Milano dai carabinieri, ci sarebbe l’ultima lettera di Paolo Gargantini, l’industriale-ex assessore di Monza, che lunedì si è sparato alla testa nel suo ufficio di via Torriani a Cernusco. Il magistrato deciderà se quelle parole hanno importanza per l’inchiesta di rito, in corso, o se andranno subito restituite alla famiglia, come tutto il resto.

Gli appunti, autografi, in cui l’imprenditore-politico aveva riassunto l’intricata situazione economico-finanziaria della San Marco srl, l’azienda commerciale attiva nel tessile e nelle costruzioni che aveva creato dopo la chiusura della storica tessitura di famiglia a Bernareggio, nel 2006. Righe fitte in cui sono tratteggiati i confini di un mondo sempre più problematico, sicurezza e benessere andati in frantumi sotto i colpi della crisi e forse del rammarico per essere stato toccato da inchieste giudiziarie da cui era tuttavia uscito pulito. Gargantini avrebbe spiegato tutto in quei fogli scritti a mano. Fatti personali e delicatissimi, senza alcuna ombra oscura, ripetono gli investigatori. Buona società e politica di Monza e Cernusco sono sotto choc. Sul Naviglio, l’imprenditore se lo ricordano tutti da ragazzo. Quando suo padre, «padrone» vecchio stile, scomparso l’anno scorso, era presidente della squadra di calcio dei tempi d’oro dell’Eccellenza. E Paolo giocava nelle giovanili. Sul Lambro, invece, tutti hanno ben presente l’uomo. Il presidente dei giovani industriali. L’assessore Pdl alle attività produttive.

Ora si attende la data dell’autopsia, senza la quale non possono essere fissate le esequie. Al funerale ci saranno entrambe le città dove Gargantini ha lavorato e vissuto. E amici e conoscenti che in queste ore hanno parole di cordoglio. Di lui raccontano che era affabile e cortese, affettuoso padre di due figli giovanissimi, gran lavoratore. Imprenditore, erede di una dinastia di razza, negli ultimi tempi aveva investito in attività immobiliari all’estero, sembra con scarso successo. Da un anno e mezzo era ad della San Marco. Proprio negli uffici di via Torriani, in pieno centro di Cernusco, era arrivato l’altra mattina, alla solita ora, dopo un caffè con un vecchio amico. Poi lo sparo e l’indagine che prova a dare un senso a questa fine.