L’acqua dei rubinetti puzza di bruciato: caccia alla molecola misteriosa

Cassina de' Pecchi, dai rubinetti dei quartieri Aurelia e Camporicco esce acqua contaminata da qualche sostanza e ha il sapore di gomma bruciata di Barbara Calderola

I rubinetti di Amiacque in via Sirio per l'approvvigionamento

I rubinetti di Amiacque in via Sirio per l'approvvigionamento

Cassina de' Pecchi (Milano), 25 ottobre 2014 - E' caccia alla molecola misteriosa che sta tenendo col fiato sospeso Cassina de’ Pecchi, nel Milanese. Dai rubinetti dei quartieri Aurelia e Camporicco, poco meno di 4mila residenti, esce acqua contaminata da una sostanza, che gli esperti al lavoro dall’altro ieri non riescono a identificare. Ha il sapore della gomma bruciata. L’allarme, inevitabile dopo i casi di legionella a Bresso, è scattato quando i tecnici di Amiacque e il Comune si sono accorti che l’agente inquinante, si teme di origine chimica, aveva superato i test sull’acqua immessa in rete, effettuati regolarmente. «Significa che non si tratta né di metalli pesanti, né di idrocarburi volatili, né di batteri (legionella e salmonella)», chiarisce il vicesindaco Marcello Novelli dopo una giornata di tensione. Massima allerta nella città di 13mila abitanti che ieri si è svegliata con le casse di minerale consegnate per precauzione all’asilo nido e alla scuola elementare della zona sotto assedio. I bar sono stati chiusi, l’acqua si può usare solo per i servizi igienici. “Misure di buon senso” per la taskforce municipale che invita i residenti a stare costantemente collegati al sito internet del Comune per gli aggiornamenti in tempo reale della situazione. Il depuratore, a compartimenti stagni come un sommergibile, ha completamente isolato la “zona rossa”, in via Sirio e dintorni l’impianto è stato chiuso.

L’AVVISO La nota affissa a Cassina De’ Pecchi«Il pozzo al centro delle indagini non “comunica” con gli altri sei, perfettamente a posto», chiarisce Novelli, nella speranza di portare un minimo di serenità a centinaia di famiglie in subbuglio. Basti dire che ieri a mezzogiorno i supermercati avevano finito le scorte d’acqua e che in serata l’unità mobile dei vigili girava col megafono ripetendo la cosa più importante: non bere dal rubinetto. Autorità sanitarie, tecnici e amministratori si arrovellano sulle cause. Non si esclude il coinvolgimento di un’azienda: un “macro fenomeno” frutto di un grosso sversamento. Ma vista “l’estraneità” della molecola che tutti cercano, si fa strada anche la pista del sabotaggio. Un sospetto che fa paura.