Cassano e i Tir, il sindaco tira dritto. Per loro il ponte sull’Adda chiude

Due giorni al blocco che potrebbe risvegliare il caos viabilistico

Per i vigili si preannuncia un superlavoro agli accessi del ponte sull'Adda

Per i vigili si preannuncia un superlavoro agli accessi del ponte sull'Adda

Cassano d'Adda (Milano), 30 luglio 2015 -  Il conto allo rovescia è cominciato, mancano solo due giorni alla chiusura del ponte sull’Adda decisa dal sindaco Roberto Maviglia per i Tir dal 1 agosto. Solo quarantotto ore per congelare il provvedimento che rischia di riportare alla ribalta scenari di caos e intasamento in due province, come in passato. Altro periodo, stessi problemi. Politica e diplomazia sono al lavoro, ma scongiurare il peggio ormai sembra impossibile. «Il cantiere è fermo da tre settimane», dice il primo cittadino indicando i lavori della Tangenziale di Cassano, opera da 30 milioni, 11 pagati da Regione, sei da Comune e Province (Milano e Bergamo) per drenare il traffico fra Milanese e Orobie una volta per tutte, liberando la città da code infernali. Una pratica aperta nel lontano 2001 «e di cui non si vede la fine», ribadisce Maviglia. «Da qui non passa più nessuno, finché non avremo la nostra bretella».

Una decisione sofferta, maturata in un clima difficile. «Mi rendo conto della portata di questa scelta, ma non abbiamo altra via d’uscita. Siamo stanchi di essere presi in giro». Tutti gli occhi sono puntati sulla Socostramo di Roma, la ditta che ha vinto l’appalto bandito nel 2010 da Palazzo Isimbardi e che avrebbe dovuto chiudere il cantiere a giugno. "A questo punto non ce la farebbero neanche per ottobre", insiste il sindaco. E non lo dice a caso: il sottopasso per Truccazzano, ultimo miglio della tangenzialina, comporta il rifacimento di tubature di acqua, gas e fognatura. «Un lavoro che avrebbe dovuto essere concluso prima di accendere il teleriscaldamento».

Mezza Cassano rischierebbe di trovarsi al freddo, diversamente. Da qui il braccio di ferro. Città Metropolitana, titolare dell’appalto, fra gli attori principali della vicenda, fa sapere che «i pagamenti sono stati effettuati regolarmente alla ditta». Di più: «Sono stati saldati gli avanzamenti lavori e sono già a bilancio (e dunque ci sono sul serio) i denari per la chiusura», dice Arianna Censi, consigliere con delega alla partita«Ci risulta che l’azienda sia in difficoltà finanziarie, ma certo non dipende da noi. Ribadisco che quel che dovevamo pagare, abbiamo pagato». Restano poche alternative, a parte le maniere forti.

Gli avvocati metropolitani avrebbero già sollecitato «il rispetto del cronoprogramma». Si corre per evitare una causa per inadempimento, che allungherebbe i tempi, incancrenendo ulteriormente una situazione già abbastanza ingarbugliata. Censi rinnova al Comune pieno appoggio: «Siamo in perfetta sintonia col sindaco e la giunta, non si possono più tollerare ritardi. In una situazione d’emergenza, serve una soluzione d’emergenza. Ma la ditta non risponde alle nostre sollecitazioni». Milano sembra aprire uno spiraglio, «stiamo facendo tutto ciò che la legge ci consente», e non è detto che all’ultimo minuto non ci sia un colpo di scena. Maviglia ne sarebbe contento, ma intanto tira dritto. A farne le spese saranno i camionisti, con mezzi sopra le tre tonnellate. Da lunedì per loro ci sarà solo un’alternativa: Brebemi.

Il transito sulla A35 consentirà il passaggio da una Provincia all’altra, a salire. Da Milano a Bergamo. E forse i bisonti dovranno ricorrere alla nuova autostrada anche nel senso inverso: Vaprio e Canonica, titolari degli altri due viadotti sul fiume utilizzati dopo un accordo fra comuni di 13 anni fa a scendere, hanno promesso appoggio a Cassano. Probabilmente i ponti saranno tagliati anche lì.