Carugate, no al raddoppio del Carosello

Il sindaco ha deciso di uscire dall'accordo di programma e bloccare il progetto

Il primo cittadino  Luca Maggioni  eletto un mese fa al ballottaggio sta già lasciando il segno

Il primo cittadino Luca Maggioni eletto un mese fa al ballottaggio sta già lasciando il segno

Carugate (Milano), 23 luglio 2016 - Raddoppio del Carosello, atto finale. Almeno per ora. La nuova giunta guidata da Luca Maggioni si ritira dall’accordo di programma, fermo in Regione da un anno e mezzo. Addio dunque ai 31mila metri in più di gallerie e negozi che lo store aveva chiesto di realizzare, con il placet delle amministrazioni Pd interessate: Carugate e Cernusco. Il neo eletto primo cittadino sottoporrà al consiglio comunale di giovedì prossimo la revoca dell’atto di indirizzo che due anni fa aveva dato il via al lungo iter della pratica urbanistica. Scontato l’esito della votazione. Maggioni parla di «una scelta ponderata», già comunicata alla società Eurocommercial, proprietaria del centro commerciale. «Nei prossimi mesi, potrebbero però decidere di presentare un nuovo progetto», aggiunge il primo cittadino. Ma sembra molto improbabile.

La possibile marcia indietro era stata paventata già durante la campagna elettorale da «Pro Carugate», la lista civica che ha spazzato via i Dem dalla guida del Comune, dopo una permanenza ventennale. Le premesse c’erano tutte. La forza uscita vincitrice dalle urne, quando era all’opposizione, votò contro l’atto di indirizzo che fra qualche giorno verrà cancellato. «Il nostro non è un no a priori – spiega il sindaco –, decisioni come queste non si prendono sulla base di pregiudizi. Sarebbe profondamente sbagliato. Ma non si possono neppure calare sulla testa della gente progetti di questa portata. Se dovesse ripresentarsi l’occasione di esaminare un’altra proposta di ampliamento, lo faremmo organizzando un ampio percorso di partecipazione, rendendo protagonisti famiglie e negozi».

Dietro l'opportunità politica di non sposare una causa come quella del centro commerciale «extra-large» ci sono anche considerazioni tecniche. «Mancavano un’adeguata valutazione d’impatto ambientale e la verifica delle modifiche viabilistiche – ancora Maggioni – e, soprattutto, mancava un piano di salvaguardia del commercio di vicinato. Dal 2014 a oggi, la situazione è cambiata. Il ritiro è un atto dovuto». Parole destinate a raccogliere consenso in città quelle lanciate alla vigilia del consiglio comunale dal primo cittadino. Molti, infatti, ritengono che la posizione della precedente giunta su questo tema sia costata la poltrona al candidato sindaco del Pd, Paolo Grimoldi. La battaglia per contrastare l’intervento è stata dura e senza esclusione di colpi. Ad appoggiare la fronda l’anno scorso, erano scesi in campo anche alcuni consiglieri regionali della Lega e della lista «Maroni Presidente». La Commissione regionale delle attività produttive aveva stoppato il cammino dell’iter commerciale: una doccia fredda per le amministrazioni locali, convinte che l’ampliamento avrebbe portato occupazione. Hanno battuto e ribattuto su questo tema, spendendosi senza sosta. Oggi che il maxi-store sta per uscire di scena, non si fa neanche accenno a questo aspetto del progetto.