Pioltello, bilancio bocciato di nuovo. Giunta ko , si va al commissario

Il consigliere De Caro: «Eravamo separati in casa e neppure felici»

Il banco della giunta decaduta a Pioltello

Il banco della giunta decaduta a Pioltello

Pioltello (Milano), 22 maggio 2015 - Cala il sipario, e questa volta per davvero, sulla giunta di Cristina Carrer. Il sindaco di Pioltello ha seguito le indicazioni del Prefetto e ha portato, per la seconda volta, in aula il bilancio consuntivo, dopo la bocciatura dello scorso cinque maggio. Il risultato però non è cambiato: 12 favorevoli, 12 contrari, quindi bilancio respinto, giunta a casa, consiglio sciolto e commissario in arrivo. La fine della giunta di Cristina Carrer, eletta solo lo scorso giugno, si è consumata così, per lo strappo di un pezzo della sua stessa maggioranza, quello di Progetto Pioltello e di parte dei consiglieri di Forza Italia che si sono staccati dal loro gruppo per confluire in quello di Progetto Pioltello e da lì sconfessare il sindaco che avevano contribuito a far eleggere.

"Questa non è una rottura di un sodalizio felice - ha detto nel suo intervento il consigliere De Caro, da sempre interno alla maggioranza eppure, fin dal primo consiglio, ostile alla Giunta -: non siamo mai stati una coalizione, ma solo un gruppo di separati in casa che hanno tentato di tenere insieme un’unione che, in realtà, non c’è mai stata e comunque non è mai stata felice». Parole dure che, di fatto, in pochi minuti hanno sancito la fine di una legislatura che, praticamente non era nemmeno incominciata: «Per me - ha detto nel suo duro intervento il sindaco Carrer - il consuntivo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Quello da cui intendo chiudere una vecchia pagina della politica di Pioltello e avviarne una nuova". Parole che non sono bastate a convincere i consiglieri di Progetto Pioltello a dare il via libera al bilancio. «Una giunta di cui non si sentirà la mancanza - ha detto il consigliere Pd Saimon Gaiotto -: non solo per gli errori grossolani di gestione del bilancio ma anche per l’evidente incapacità di dare una guida politica alla città e di gestire i più semplici compiti amministrativi, come il taglio dell’erba".

Più mediate le parole di Giuseppe De Gaspari, di Sel-Rifondazione che ha espresso “parole di umana comprensione” per il sindaco e che soprattutto ha posto l’attenzione sul fatto che, ancora adesso, a giochi fatti, "non si conoscono le ragioni di questa caduta. Chi fra qualche decennio vorrà ricostruire questa fase della storia della nostra città, si troverà davanti a un buco: la giunta cade e nessuno ci spiega perché".