La madre di Beatrice Papetti: "Il taglio dei risarcimenti è ingiusto. Così vedrò mia figlia morire ancora"

Vite in saldo. I risarcimenti per le vittime della strada rischiano di essere tagliati del 50%. Tutta colpa di una norma infilata dal governo nel decreto Concorrenza, al vaglio del Parlamento di Barbara Calderola

Nerio Papetti e Roberta Battaglino, genitori  di Beatrice

Nerio Papetti e Roberta Battaglino, genitori di Beatrice

Gorgonzola (Milano), 8 marzo 2015 - Vite in saldo. I risarcimenti per le vittime della strada rischiano di essere tagliati del 50%. Tutta colpa di una norma infilata dal governo nel decreto Concorrenza, al vaglio del Parlamento. Le associazioni insorgono, i familiari sono pronti a saltare sulle barricate. In prima fila c’è Roberta Battaglino, la mamma di Beatrice Papetti, la quindicenne di Gorgonzola nel milanese, falciata da un pirata della strada sulla Padana, - la quarta strada killer d’Italia per l’Istat, - un anno e mezzo fa.

«Sono pronta a incatenarmi davanti al Quirinale finché non ritirano questa proposta indecente», dice la donna con le lacrime agli occhi. «Quante volte devo vedere mia figlia morire prima che la lascino in pace?», chiede con un filo di voce. «Sarebbe l’ennesima ingiustizia in vicende come la nostra». Un calvario che si rinnova ogni giorno, che non lascia fiato, quando ad essersene andata senza un perché è una figlia con tutta la vita davanti. Soffre ma torna lucida quando parla della “trappola” nascosta nelle pieghe del provvedimento. «Un regalo alla lobby delle assicurazioni – rincara l’avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl, associazione che difende i familiari delle vittime -. Faremo di tutto per evitare quello che consideriamo un atto di profonda inciviltà. Se la norma passa così com’è prevista, la decurtazione arriva alla metà. E nella migliore delle ipotesi si parte dal 15%».

Beatrice Papetti

Cifre enormi. Ma soprattutto dolorose. «È uno scandalo, una vergogna. Mi rivolgerò direttamente al presidente Mattarella. L’unico in cui ho fiducia, l’unico che può restituire dignità a chi come noi ha perso tutto», chiarisce mamma Roberta. «L’onore di mia figlia conta più della stanchezza che ti sfianca dopo anni di battaglie – aggiunge – prima per assicurare il colpevole alla giustizia, poi per non vedere trattare la tua piccola come una caramella anche da morta». «Sì, perché parlano della vita di una ragazzina di 15 anni come se fosse un oggetto». Il riferimento è alle assicurazioni. Un gruppo potente, secondo i familiari annientati da quella che non è una novità.

«Ci avevano già provato – ricorda Musicco – ma Napolitano non aveva firmato la legge. Non se l’era sentita di giocare sulla pelle della gente. Ma ora la norma potrebbe passare, coi numeri che hanno. Abbiamo già chiesto un incontro con il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Non possono darci il “contentino” dell’omicidio stradale (che peraltro ancora non c’è) da una parte e dall’altra toglierci i soldi. È il modo in cui la legge ristora chi ha subito un danno incommensurabile. E questo dev’essere».

Roberta svela il meccanismo “atroce” con cui si quantifica il danno. «Un colloquio di 10 minuti con uno psicologo può bastare a raccontare cosa vuol dire non vedere più tua figlia? È un’indecenza. A fronte di queste umiliazioni, ora dovremmo accettare pure lo sconto sui nostri ragazzi. Ma che razza di Paese è mai quello dove possono farsi strada ipotesi del genere?». La mamma di Bea è pronta a lanciare il tam tam «delle altre come me. Le tante che hanno vissuto il mio stesso dramma. Sarò un’idealista, ma dovranno passare sul mio cadavere prima di fare un torto del genere a migliaia di famiglie». Tremilaottocento, per l’esattezza. Tanti sono i morti sulle strada ogni anno in Italia. Ventimila gli invalidi gravi. Centoventimila i feriti. «Un bollettino di guerra che ora si vorrebbe far diventare low cost», chiude Musicco.