Cernusco, TechMobile investe nella salute: ecco l’app che può salvare la vita

Dal telefono al medico. E «Ve.Thro» fa segnare un boom di download: in soli tre giorni la nuova App è stata utilizzata da 361 pazienti

Marco Morini, ad di  TechMobile

Marco Morini, ad di TechMobile

Cernusco sul Naviglio (Milano), 27 luglio 2016 - Basta uno smartphone, una app innovativa e un collegamento diretto al medico curante per salvare una vita. È nata dall’incontro tra un’équipe di sviluppatori di tecnologia e un noto specialista di malattie vascolari la nuova applicazione «Ve.Thro», una soluzione per dispositivi mobili che serve a prevenire e diagnosticare in tempo reale il rischio di embolia e trombosi nei soggetti a rischio. Il lancio è recentissimo e, in soli tre giorni, è stata utilizzata da 361 pazienti.

Il metodo clinico di rilevazione medica è di Paolo Zamboni, il direttore del Centro malattie vascolari dell’Università di Ferrara, mentre il braccio tecnologico della App è targato Cernusco. Sono stati gli informatici della TechMobile a condensare il sapere di uno dei massimi esperti di malattie vascolari in un’applicazione gratuita, scaricabile dagli «store» per piattaforme Ios, Android e Windows Phone. «La novità - spiega Marco Morini, amministratore delegato di TechMobile - consiste nel monitoraggio dei pazienti sottoposti a terapie vascolari, attraverso la compilazione di un questionario sui sintomi e sulla reazione ai farmaci. I dati vengono elaborati sulla base di un algoritmo che abbiamo creato insieme a Zamboni, i parametri sono calcolati su un centinaio di livelli di rischio e i dati vengono poi inviati in tempo reale ai medici».

La App ha due versioni: una scaricabile da chiunque e che fornisce una valutazione di massima, l’altra - quella per l’utilizzo professionale - destinata a medici e pazienti sottoposti a terapie. «Solo i medici curanti possono abilitare i pazienti all’utilizzo di Ve.Thro - continua Morini - e i dati, che sono soggetti alla tutela della privacy, vengono inviati al loro data base. In questo modo, possono avere costantemente sotto’occhio l’andamento dello stato di salute dei pazienti e capire a distanza quando il rischio di embolia e trombosi diventa preoccupante. La tecnologia può migliorare la qualità della vita, soprattutto quando si tratta di malati cronici e disabili. Con investimenti molto bassi, si possono ottimizzare le risorse e gli ospedali possono tagliare costi e tempi di attesa. Si può addirittura arrivare all’auto diagnosi». Il prossimo traguardo dell’azienda - nata nel 2008 dall’idea di tre persone e oggi diventata un’impresa con 3 sedi sparse in tutta Italia, 50 dipendenti e 4 milioni di fatturato - è il progetto Argo, finanziato da Regione Lombardia. «Stiamo studiando una guida sonora per gli ipovedenti attraverso i “beacon”, sensori in grado di intercettare ostacoli e pericoli in modo affidabile».