Giovedì 25 Aprile 2024

"È un miracolo che io sia vivo", l’ex assessore racconta il suo incidente

Ferito in modo serio dopo un incidente sulla Padana. Una domenica come tante si è trasformata in dramma per Andrea Maggio, il 38enne capogruppo di Uniti per Cassina, il centrodestra all’opposizione di Barbara Calderola

L’incidente sulla Padana Superiore

L’incidente sulla Padana Superiore

Cassina De' Pecchi (Milano), 1 febbraio 2015 - Ferito in modo serio dopo un incidente sulla Padana. Una domenica come tante si è trasformata in dramma per Andrea Maggio, il 38enne capogruppo di Uniti per Cassina, il centrodestra all’opposizione dalla primavera scorsa, in città. Sei mesi fa, svolta sulle barricate in politica con l’Aventino sempre a portata di mano per lui, assessore nell’ex Giunta D’Amico. Una vita nuova, ma metaforica. Quella vera, non si aspettava certo di rischiarla. E invece, alle 12.37 del 18 gennaio, la sua utilitaria ha incrociato sull’ex Statale - tratto cittadino di via Roma - quella di un pensionato 72enne, che, pare, colto da malore, abbia invaso la corsia dell’amministratore, spezzandone quasi l’avvenire.

Cos’è successo? «Ho visto la sua macchina davanti alla mia. Nessuno dei due ha toccato i freni. Non c’è stato il tempo. Mi ricordo l’impatto, le lamiere che si contorcono e mi stringono in un “abbraccio” metallico. Dolori atroci ovunque, e poi il nulla. Riempito solo da un pensiero: mio figlio. E mia moglie».

I soccorsi sono stati velocissimi. «Mi hanno salvato la cintura e i medici del 118».

Le sue condizioni sono serie. «Mi hanno ricostruito una rotula, sbriciolata in otto pezzi, ho un gomito sfondato e un avambraccio spezzato. Un polmone perforato da due costole incrinate, e il bacino a pezzi. Uso la sedia a rotelle. Ma sono vivo. È un miracolo che mio figlio abbia ancora un padre». «Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta». Ha messo questa frase sotto la sua foto nel letto del Giovanni XXIII di Bergamo, dov’è ricoverato da due settimane. «Prima di sposarmi avevo un atteggiamento distaccato nei confronti della morte. Il matrimonio e la paternità mi hanno cambiato. Anche l’impegno politico mi ha fatto maturare. Sono convinto che a salvarmi sia stata l’idea di non potere lasciare soli i miei cari».

Troppi incidenti sulla Padana? «Sì, troppi. Anche se il mio è uno schianto “sui generis”. Nel deserto di una domenica all’ora di pranzo, sulla Provinciale, c’erano solo due auto: la mia e quella dell’altro signore. Eravamo sul rettilineo. Pare che si sia sentito male, poveretto. Resta il fatto che i costi sociali degli scontri sono altissimi. Bisogna fare di più per evitare che la gente soffra in questo modo».

Lunedì verrà trasferito a Cassano. «Sì, per la riabilitazione motoria. Durerà a lungo. Mi accontenterei di uscire da questa brutta vicenda a “saldi invariati”».

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