Acqua del rubinetto che puzza: «Attentato alla salute pubblica»

La rabbia e i timori dei cittadini: cosa c’era dentro l’acqua? di Monica Autunno

INCONTRO Il sindaco Mandelli e l’assessore Chiarella

INCONTRO Il sindaco Mandelli e l’assessore Chiarella

Cassina de' Pecchi, 1 novembre 2014 - «Ma chi monitora queste ditte, questi impianti? Come è potuto accadere tutto questo? È stato un attentato alla salute pubblica». Su sindaco e amministrazione comunale, e sull’intero staff tecnico di Amiacque e Asl schierato al tavolo del consiglio comunale durante la conferenza convocata a conclusione della lunga settimana della crisi idrica, gli interrogativi a slavina dei cittadini. Domande, rabbia e tensione. Perché se è in linea di massima confermata la relazione causa effetto fra questo fenomeno d’inquinamento e la famigerata valvola di non ritorno della Dielle in via Galilei, molti interrogativi rimangono senza risposta: in primis la natura delle sostanze inquinanti. Ma soprattutto, i cittadini vogliono bere, cucinare, lavarsi in tranquillità: «Voi ci rassicurate, ma non basta: dateci la prova che possiamo stare tranquilli». Andiamo con ordine dicendo che sull’intera vicenda è già pronto un esposto alla Procura. «Un atto doveroso - così il sindaco Massimo Mandelli -, occorre fare chiarezza». Una lunga relazione dell’assessore all’Ambiente Tommaso Chiarella ha aperto la runione. Le segnalazioni, le mappature, le ordinanze e i provvedimenti, e il giro di volta con l’individuazione della valvola di non ritorno industriale malfunzionante. Sostituita la valvola e «sanificato» tutto il parco idrico, e almeno questo è certo, l’emergenza è man mano rientrata. «Per accusare qualcuno tuttavia - dice il legale del Comune - ci vuole un’istruttoria. Manteniamo prudenza». L’informazione: «Abbiamo fatto tutto il possibile - ancora sindaco e assessore -: con personale comunale, con l’ausilio di volontari, con ogni mezzo a disposizione in un momento di così drammatica emergenza».

E i timori, legittimi, dei cittadini. «Vogliamo certezze su quello che dobbiamo e possiamo fare. Abbiamo dei figli». In quell’acqua benedetta, cosa c’era? «Non siamo in grado di dirlo. Sappiamo cosa non c’era: non c’erano solventi, né pesticidi né idrocarburi. Attendiamo le analisi». Analisi ulteriori sono in corso, «con particolare attenzione all’acqua che arriva nelle scuole». C’è chi si arrabbia. «Dove sono queste analisi? - urla una cittadina -, sul sito aggiornate non ce ne sono. Non sono analisi complete, perché mancano dei valori: per esempio, quello del cromo esavalente. Non ci sono range di riferimento. Vogliamo capire». C’è paura. «L’acqua è potabile, dite voi? Io non mi fido». «Non c’è muro fra noi amministratori e voi - conclude il sindaco - abbiamo vissuto tutti lo stesso problema. Faremo di tutto perché non si ripeta: un’ordinanza alle aziende che ci garantisca tecnicamente sul futuro, e un ufficio in Comune che possa informare costantemente i cittadini sulla qualità dell’acqua».