Maroni strappa Sanità e Welfare. Mantovani silurato: "E' ingiusto"

Il governatore lombardo è pronto a ritirare la delega alla Salute al vicepresidente lombardo e forzista Mario Mantovani e quella al Welfare alla leghista Cristina Cantù di Massimiliano Mingoia

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni

Milano, 30 agosto 2015 - Sarà Roberto Maroni il super-assessore regionale alla Sanità, almeno fino a ottobre. Il governatore lombardo è pronto a ritirare la delega alla Salute al vicepresidente lombardo e forzista Mario Mantovani e quella al Welfare alla leghista Cristina Cantù e a spingere il piede sull’acceleratore dell’attuazione della riforma regionale della sanità approvata all’inizio di agosto. La conferma che Maroni sia pronto ad assumere in prima persona il ruolo di super-assessore è arrivata in prima battuta ieri pomeriggio a margine della Festa milanese dell’Unità: «Se prenderò a interim la delega alla Sanità? Ho sempre detto che voglio un assessore che creda nella riforma della sanità più di me. Finora non ho trovato nessuno che ci creda più di me». Concetto ribadito in serata alla Berghem Fest: «È un peso, ma sono disponibile a fare l’assessore, perché credo in questa riforma».

Il presidente della Regione targato Lega potrebbe ritirare le deleghe ai due assessori già domani o al massimo martedì. Il divorzio dalla Cantù è indolore, o quasi. L’assessore del Carroccio andrà a ricoprire il ruolo di direttore della nuova Agenzia regionale per il controllo della riforma sanitaria. Diverso il discorso per Mantovani. Il vicepresidente della Regione sta vivendo come un affronto il ritiro delle deleghe alla Salute. «È un’ingiustizia», ripete ai fedelissimi. Lo strappo si è consumato al momento dell’approvazione della riforma, quando Mantovani non ha votato a favore in Consiglio regionale. «Ho inserito male il badge», si è giustificato allora l’assessore alla Salute. Maroni non ci ha mai creduto. Ora resta il nodo della vicepresidenza della Regione. C’è chi giura che il governatore intenda confermare Mantovani come suo vice. Ma non è scontato che l’ormai quasi ex assessore alla Salute accetti di restare nella Giunta regionale dopo lo «sgarbo» sulla sanità. La coordinatrice lombarda di FI Mariastella Gelmini sta provando a trovare una soluzione che conservi l’asse privilegiato Lega-FI. Intanto come possibile super-assessore alla Sanità dopo l’interim di Maroni si fa il nome di Sergio Pecorelli, rettore dell’Università di Brescia, bresciano come la Gelmini e, soprattutto, presidente dal 2009 dell’Agenzia del farmaco (Aifa).

Il governatore punta su un tecnico. Ma non è ancora escluso che il futuro super-assessore possa essere un politico, magari già presente nella Giunta regionale. Si vedrà. Maroni ostenta sicurezza: «Preoccupazioni? Nessuna. Dobbiamo attuare la riforma e siamo pronti. Partiamo a settembre, senza perdere tempo. Fino a ottobre c’è tempo per fare un po’ di aggiustamenti». Alla Festa dell’Unità, intanto, Maroni incassa persino qualche applauso quando parla del nodo immigrazione e dei costi standard per le Regioni. Ma il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri attacca Maroni sulla sanità: «Basta balletti Lega-FI. A noi interessa che la riforma parta bene».