CHIEDILO A MARONI Dalla sanità all’edilizia: quanto si è fatto e si farà

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Chiedilo a Maroni

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Presidente Maroni buongiorno, la mia domanda è semplicissima: come mai all’ospedale di Vallecamonica non c’è un oculista (dico uno) per le emergenze al sabato e domenica (neanche per visite a pagamento!)? Ho avuto un trauma all’occhio venerdì sera e mi sono recato in pronto soccorso dove sono stato visitato dopo 3 ore. Dopo la visita mi è stato indicato di recarmi a Brescia ai Civili per farmi visitare da un medico oculista! Ben 140 chilometri in andata e ritorno Breno-Brescia.  Alfredo, Breno (Bs) CARO ALFREDO, innanzitutto grazie per la Sua segnalazione, che ci ha dato lo spunto per un approfondimento sulla specifica situazione. Ad oggi, per una contingenza di organico, presso l’Ospedale della Valcamonica risulta effettivamente in servizio un solo oculista. La struttura ha però già attivato un bando chiuso il 7 marzo scorso, per reperire un ulteriore professionista. Ci è stato in ogni caso assicurato che il Pronto Soccorso ha potuto effettuare tutti gli interventi necessari ad affrontare, in emergenza, la lesione da Lei riportata. Esprimendo rammarico per quanto Le è accaduto, mi auguro che possa tuttavia comprendere la momentanea difficoltà e continuare a dare credito alla qualità del Servizio Sanitario Lombardo. Buongiorno governatore, come è possibile che a Varese città ci sono due ospedali e un solo fisiatra (bravo fisiatra) e non per colpa sua per una visita si attendono da 6 a 8 mesi?  Enzo GENTILE ENZO, Lei sa quanto mi sta a cuore il tema della sanità in Lombardia e in particolare a Varese. Proprio a Varese la struttura di Riabilitazione è composta da 5 fisiatri e 34 fisioterapisti, che operano su tre sedi: l’Ospedale di Circolo, l’Ospedale Del Ponte e il Poliambulatorio di via Monterosa. Le modalità di accesso ai servizi, sono in sintesi le seguenti: Ambulatorio Patologia ortopedica acuta: vi si accede direttamente su richiesta dello specialista ortopedico dell’azienda entro 48h; Ambulatorio Donne operate al seno: vi si accede su richiesta del chirurgo senologo dell’azienda entro 48 h; Ambulatorio Disfunzioni piano perineale: vi si accede con impegnativa di visita fisiatrica e diagnosi attinente (attesa sotto i 30 gg); Ambulatorio Prescrizione2 Ausili e Protesi maggiori: vi si accede con impegnativa di visita fisiatrica e diagnosi attinente (attesa sotto i 30 gg); Ambulatorio Elettromiografia: vi si accede con impegnativa di specialista (attesa medi da 2 a 4 mesi). Ambulatorio Disordini del movimento su patologia neurologica: vi si accede con impegnativa di visita fisiatrica e diagnosi attinente o su richiesta del servizio Dama aziendale (attesa di 4 mesi, per casi urgenti entro 7 gg), Ambulatorio per “Bollino Verde” come da normativa, Ambulatorio specialistico fisiatrico per patologia acuta o cronica, in via Monterosa: si accede con impegnativa di visita. Gentile presidente l’ho sempre molto apprezzata per la sua determinazione specialmente nel suo mandato ministeriale. Mi permetto di segnalarle un’insufficiente chiarezza nel settore urbanistico che rende difficoltose le sanatorie nell’accertamento di “difformità parziali delle opere con rifermento alla tolleranza del 2% delle grandezze edilizie”. Il Dpr 380 fa riferimento “all’altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta” ma non fa riferimento ad altre grandezze edilizie quali per esempio l’altezza interna dei locali di abitazione. Studio Tecnico Associato Ziccardi GENTILE STUDIO Ziccardi, grazie per la stima e l’apprezzamento per il mio mandato ministeriale. La norma di cui parliamo ha lo scopo di evitare procedimenti sanzionatori, spesso inutilmente dispendiosi, in presenza di minime difformità, fino a un massimo del 2%, tra opera realizzata e progetto approvato. Da questo punto di vista mi sembra che lo scopo della norma sia condivisibile, perché evita una procedura sanzionatoria, e la corrispondente sanzione, in caso di imprecisioni realizzate in buona fede. Diversa questione è se tale norma venga utilizzata, aggiungo non in buona fede, per realizzare un surplus di capacità edificatoria comunque spendibile in fase attuativa. Per questa ragione, la Regione ha preferito lasciare che siano i Comuni a valutare la congrua applicazione del principio di tolleranza comunque riconosciuto dalla legge. In ogni caso, voglio precisare che lo specifico parametro cui si allude nella lettera, ossia “l’altezza interna dei locali di abitazione”, non attiene propriamente alla disciplina edilizia, quanto piuttosto alla disciplina igienico-sanitaria, essendo infatti oggetto di previsione all’interno dei Regolamenti locali di igiene.

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