Mantova, 11 novembre 2013 —  Un tempo dicevi “Max Pezzali” e in hit-parade l’accusa di disimpegno si alzava puntuale come in “Frankenstein Junior” il nitrito di cavallo al nome di Frau Brucker. Ma nello spettacolo depositato l’altra sera al PalaBam di Mantova da Max lo sfrontato karaoke delle varie “Come mai” o “Nord Sud Ovest Est” si prende la sua brava rivincita, rinsaldando l’idolo pavese nelle sue convinzioni al punto da ribadire che sì, la sua sarà anche musica leggera leggera, «ma oggi che viviamo nell’epoca della fuffa, più le canto e più mi accorgo che certe canzoni degli 883 un segno l’hanno lasciato».

E non potrebbe essere altrimenti davanti alla sfilza di “tutto esaurito” di un Max 20 Live Tour che, dopo aver imballato le prevendite di (quasi) tutti e ventidue i concerti messi in agenda inizialmente, s’è visto costretto ad aggiungerne altri otto a febbraio. «Il successo già sulla carta di questi show mi ha dato la possibilità economica e la responsabilità morale di fare qualcosa di veramente bello per i fan» spiega Pezzali, 46 anni e 24 chili in meno rispetto all’ultimo giro di concerti.

«Abbiamo puntato su qualcosa di un po’ più dinamico del passato, anche se sul palco continuo a correre un centesimo di Jovanotti e l’unico artista dello showbiz con cui reggo il confronto è probabilmente Liam Gallagher, che se ne sta impalato davanti al microfono con le mani dietro alla schiena per tutta l’esibizione». Grazie a due album astuti e di larghissimo successo come il remake de “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” assieme alle migliori voci dell’hiphop e la raccolta di duetti “Max 20” l’insegna al neon del Jolly Blu, vero e proprio Roxy Bar pezzaliano, ha ripreso a crepitare gettando una nuova luce sul juke box delle varie “Rotta per casa di Dio”, “Nessun rimpianto”, “La regola dell’amico”, “La regina del Celebrità” e tante altri pezzi da (anni) Novanta accolte al PalaBam con boati da stadio. E se in scena a stimolare l’ascolto ci pensano le canzoni (a volte stonate) di Max, ad eccitare il nervo ottico sono i cinque maxi schermi su cui scorre di tutto: dal fatidico calcio di rigore di Fabio Grosso ai Mondiali di Calcio del 2006 durante “La dura legge del gol” a spezzoni de “Il Mago di Oz”, “Grease”, “Pulp Fiction”, “Star Wars”, “E.T.”, durante “Gli anni”.

Un caleidoscopio intergenerazionale capace di inanellare uno dopo l’altro ben 23 brani, che diventano 28 con la medley acustica messa in apertura dei bis e addirittura 42 con i quattro interventi di DJ Shablo che, alla console, si accolla l’onere di rimissare tutte le altre grandi hit rimaste fuori (per motivi di sopravvivenza del pubblico) dalla scaletta.

Durante “Con un deca” quattro cannoni caricati a banconote sparano nell’aria satura di euforia migliaia di bigliettoni da dieci mila lire col facciotto di Pezzali al posto di quello di Alessandrio Volta, mentre ne “Il Presidente di tutto il mondo” un Max in giacca e cravatta si trasforma nel premier planetario della canzone scritta a due mani con Mauro Repetto, indimenticato “ballerino” dell’epopea 883. «Spero tanto che nelle prossime settimane Mauro riesca a mollare per un paio di giorni il suo lavoro ad Euro Disney per raggiungermi in scena a Milano o a Roma» confida Pez.