E' guerra alle nutrie, sono 2 milioni in Lombardia. Ok al piano di eradicamento in Commissione

Saranno consentite armi da sparo, da lancio, gassificazione, sterilizzazione e trappolaggio per fare fronte all'emergenza nei campi lombardi e soprattutto della bassa. A Mantova, Lodi, Cremona e Brescia consistenti danni ai raccolti.

Una nutria (De Pascale)

Una nutria (De Pascale)

Mantova, 29 ottobre 2014 - Via libera a larghissima maggioranza per il piano di contrasto al proliferare delle nutrie. Il provvedimento è stato varato dalla Commissione Agricoltura per un'emergenza che fa registrare la presenza ormai di oltre 2 milioni di roditori (alcune stime spingono la conta fino a 3,5 milioni di esemplari) con danni pesantissimi all'agricoltura."Il piano ha come obiettivo l'eradicazione della nutria dal territorio regionale, con metodi di abbattimento più variegati rispetto al passato ha spiegato il relatore, Carlo Malvezzi - Il provvedimento consente di colmare il vuoto normativo che ha provocato gravi riflessi sulle coltivazioni nelle province lombarde e in particolare a Mantova, Cremona, Lodi e Brescia".

Il presidente Fermi ha condiviso con tutta la Commissione la decisione di inviare già questa sera una lettera all'assessorato all'Agricoltura per chiedere che i 420.000 euro già stanziati per l'emergenza non vengano toccati nel periodo che porterà alla votazione del provvedimento in ConsiglioLa proposta di legge, per la restante parte del 2014, prevede che le Province predispongano appositi piani di eradicazione e non più solo di contenimento e che, a partire dal 2015, la Giunta regionale elabori un 'Programma Regionale triennale' per coordinare gli interventi di abbattimento fino alla totale eradicazione dell'animale. Come strumenti per arrivare all'eradicazione della nutria, la legge autorizza, seguendo rigorose procedure, l'uso delle armi comuni da sparoda lancio individuale, la gassificazione e sterilizzazione controllate e il trappolaggio. Gli interventi potranno essere attuati anche nel periodo e nelle zone in cui vige il divieto di caccia. Il provvedimento prevede anche lo studio di metodologie innovative per un abbattimento meno cruento, in collaborazione con le università lombarde. Ora si attende il voto definitivo in Consiglio regionale.