Mantova, la Follia ha un Museo: il dolore dei "diversi"

Sorto in origine a Matera, sul lavoro di Cesare Inzerillo, da un’idea di Vittorio Sgarbi, che l’ha inaugurato ieri insieme a Roberto Maroni, presidente della Regione. Un Museo, spiega il critico, dedicato agli "irriducibili" di Gian Marco Walch

Antonio Ligabue: «Paesaggio  con cani»

Antonio Ligabue: «Paesaggio con cani»

Mantova, 18 maggio 2015 - Il primo a occuparsene, fra teoria e poesia, fu, negli Anni Quaranta, il francese Jean Dubuffet, padre dell’art brut. La cultura impoverisce, soffoca, quindi l’arte più sincera nasce da chi non è ristretto in una preparazione specifica, come i popoli primitivi o i bambini. E i cosiddetti malati di mente: chi più dei folli attinge direttamente all’inconscio? La Follia ha ora in Lombardia un suo specifico Museo, a Mantova. Sorto in origine a Matera, sul lavoro di Cesare Inzerillo, da un’idea di Vittorio Sgarbi, che l’ha inaugurato ieri insieme a Roberto Maroni, presidente della Regione. Un Museo, spiega il critico, dedicato agli «irriducibili».

Non solo dipinti, disegni, schizzi, nelle sale del Museo della Follia. Certo, ampio spazio è riservato a Gino Sandri, artista straordinario, che per trent’anni ritrasse con spietata sincerità i suoi compagni di manicomio. O a Carlo Zinelli, otto ore al giorno ad accalcare con colori puri le fantasmatiche figure del suo paese natale. Ma accanto alle ossessioni di Grazia Cucco o ai sogni surrealisti di Lorenzo Alessandri, ecco, nella Stanza della Griglia, novanta ritratti di pazienti di ex ospedali psichiatrici. E, ancora più dolorosi, reperti anonimi: una fialetta odontalgica, un pacchetto di Alfa. Un’intera sezione espositiva è infine dedicata ad Antonio Ligabue, ben 190 opere, di cui 14 inediti, e a Pietro Ghizzardi: due campioni della vita contro le nebbie della follia. O la follia dei «normali».

Mantova, Palazzo della Ragione, piazza Erbe. Fino al 22 novembre. Catalogo Augusto Agosta Tota Editore. Info: 0376.288208.

di Gian Marco Walch