Palazzo Ducale, boom di visitatori. E riabbraccia il Gonzaga di Rubens

Mantova, dopo secoli torna il dipinto che raffigura il rampollo

Una sala di Palazzo Ducale a Mantova meta di visitatori provenienti da ogni parte d’Italia

Una sala di Palazzo Ducale a Mantova meta di visitatori provenienti da ogni parte d’Italia

Mantova, 20 gennaio 2017 - Torna in famiglia dopo secoli di assenza Ferdinando Gonzaga, rampollo del potente casato mantovano che era stato immortalato assieme ai suoi da Pieter Paul

Ferdinando Gonzaga, nel ritratto di Rubens (particolare)
Ferdinando Gonzaga, nel ritratto di Rubens (particolare)
Rubens. Smembrato nel corso delle razzie dell’esercito napoleonico, il frammento della celeberrima Pala della Trinità da ieri è stato ricollocato accanto alla parte rimasta dell’opera nella sala degli arcieri di Palazzo Ducale a Mantova. Il dipinto è stato concesso al complesso museale gonzaghiano dalla Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo (Parma) e rimarrà esposto fino al 15 marzo.

Il ritorno dell’imbronciato infante Ferdinando è il fiore all’occhiello dopo un anno di soddisfazioni per Mantova capitale della cultura 2016 e per il suo principale luogo d’arte, la reggia dei Gonzaga. Il direttore venuto dall’estero (non senza qualche mugugno da parte dell’intellighenzia cittadina), l’austriaco Peter Assmann, può celebrare il proprio personale successo.

Lo dice il bilancio finale degli ingressi a Palazzo Ducale nell’anno appena trascorso: i visitatori sono stati 363.173, il 51% in più rispetto al 2015. Con questo cospicuo bottino, che supera abbondantemente il dato del 2006 (anno della mostra su Mantegna) ed è appena al di sotto del 2002 (stagione che ospitò a Mantova la rassegna sulla Celeste Galleria) il Ducale recupera una decina di posizioni nella classifica nazionale dei trenta maggiori musei italiani.

Approdato sulle rive del Mincio nell’estate del 2015, Assmann ha iniziato a svecchiare l’organizzazione di Palazzo Ducale, dalla realizzazione di una nuova biglietteria che si affaccia su piazza Sordello, alla ridefinizione dell’immagine su web della dimora dei Gonzaga (una delle più estese d’Europa dopo Versailles), all’inserimento dell’arte moderna e contemporanea sotto le severe volte e nei cortili del palazzo cinquecentesco. Non sono mancati gli interventi di recupero di aree rimaste a lungo chiuse al pubblico, come l’edificio della Rustica, e - per quanto riguarda i contenuti culturali - nella reggia hanno trovato posto eventi di prestigio, ultimo dei quali (si è chiuso all’Epifania) la mostra dedicata alle incisioni di Albrecht Durer. «Siamo soddisfatti - dice Assmann - ma non ci fermeremo. Un’attenzione speciale sarà dedicata all’apertura di nuove ali del palazzo, grazie anche ai 12 milioni di euro finanziati dal ministero». Passata la staffetta a Pistoia, Mantova non vuole rinunciare al proprio ruolo di capitale culturale anche per il 2017. Il programma per l’anno prossimo si preannuncia ricco di iniziative. Il castello dei Gonzaga ospiterà «Lo spettacolo del mangiare» una mostra allestita dal 22 aprile al 17 settembre che avrà per protagonista il cibo nelle sue più diverse declinazioni artistiche.

Il tema non è casuale visto che Mantova è stata nominata quest’anno capitale enogastronomica europea. Nei piani della direzione c’è anche la realizzazione di un sogno annunciato nei mesi scorsi: l’allestimento di un museo dell’Alchimia, perfettamente collocato nella tradizione dei Gonzaga, grandi seguaci delle scienze alchemiche del loro tempo. In catalogo una parte importante l’avrà anche l’arte contemporanea con presenze che vanno da Gaetano Pesce a Mario Schifano e a molti altri artisti.