Brian Eno sulla nave dei colori: "La luce incontra il Rinascimento"

Mantova, il musicista e visual artist ha vestito di tecnologia Palazzo Te

Brian Eno (Olycom)

Brian Eno (Olycom)

Mantova, 27 giugno 2016 - «Sono arrivato europeo e ora sono inglese». Brian Eno presenta a Palazzo Te le installazioni per Mantova Capitale Italiana della Cultura, con una dichiarazione d’amore forte. «Questo voto è un terribile choc, io mi sono sentito fortemente europeo ed ero contento di condividere questa cultura e questa bellezza. Ma il 52 per cento degli inglesi vive in una bolla, vuole frequentare solo altri inglesi e una comune passata memoria. Sono profondamente amareggiato. Ne parlavo prima con Chris Martin dei Coldplay e mi diceva: è come se un bambino di sei anni, arrabbiato con i genitori, scappa di casa ma dopo un po’ scopre che è buio, fa freddo, e ritorna. Noi non lo potremo fare, ma potremo adoperarci tutti perché non vincano le destre d’Europa».

Il compositore e produttore inglese, visual artist di fama mondiale, porta a Palazzo Te, fino al 2 luglio, l’installazione sonora di “The Ship” nelle Fruttiere, e l’installazione visiva “77 Million Painting” sulla facciata del Giardino dell’Esedra, la tecnologica e combinatoria pittura di luce che fa vivere e volare la purezza delle linee architettoniche di Giulio Romano. Perché «l’arte rinascimentale incontrasse l’arte contemporanea», incrociando l’occhio e l’orecchio, il suono circolare e una facciata che cambia di continuo i segni e i colori della sua pelle.

Con “The ship”, patchwork non solo minimalista dal suo ultimo album, Brian Eno imbarca sulla nave del sound in progress prog, elettronica e musica contemporanea: sono le rotte di una suite canzone in cui camminare, ascoltare, vedere, scoprendo le fonti calde e fredde del suono, vecchi amplificatori a valvole e tecnologici mostri (di design). Con aperture melodiche perché questo è anche un racconto, con il suono narrante e la declinazioni delle voci di dentro e di fuori, mentre il sentimento apre melodie e armonie che si fanno frammenti di canzoni. Da Brian Eno ai King Crimson, Robert Wyatt (Soft Machine), David Bowie. “77 Million Painting” è invece il trattamento e la ricombinazione delle immagini, 400-500, usando la tecnologia in un modo diverso da come è stata concepita, «così da diventare un’arte. Non necessariamente in uno spazio monumentale, in altri lavori ho fatto installazioni in chiese, cinema, spazi industriali, magazzini. Quel che vedrete ogni sera non si è mai visto (non l’ho mai visto) prima, perché le combinazioni sono milioni».

Al passeggio dal tramonto alla notte Palazzo Te si illumina di di fiori e segni, arte e vita, in tutte le sfumature degli arcobaleni. Sono quadri in cui il passaggio cromatico dominante ricorda i grandi pittori del Novecento, lui ama Mondrian, ma queste foto ricordano le decorazioni di chiese e palazzi, mille e una notte e i tappeti volanti. Sono la bellezza della natura che si riprende gli spazi della pietra, sono una scoperta e una riscoperta infinita. La gente si spariglia sul prato, fra erba e sedute bianche in elegante e raro disordine, dall’interno arriva lontana la seduzione circolare di The Ship, Il silenzio è totale, il tempo fra un quadro e l’altro largo, senza fretta, quasi volesse fissare momenti tangibili di nuova classicità.

Un’esperienza sensoriale purissima e meravigliosa, anche nella sua dichiarata non ansia di definizione, che qui è invece solo il passaggio dalla creazione alla fruizione. Usando più di un senso per trovare il senso di questo Palazzo resituito alla contemporaneità. “Sarebbe piaicuto ai Gonzaga per le oro feste”, chiosa il direttore Stefano Baia Curioni, responsabile dell’evento con Francesca Colombo, il sindaco Palazzi ed Eni. Andateci vale un viaggio fra bellezze e zanzare.