di Luca Zorloni

Castiglione dello Stiviere (Mantova), 20 settembre 2013 - Disegnano come bambini, ma non c'è innocenza nei quadri dei detenuti dell'ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Castiglione dello Stiviere. Loro sono condannati, due volte. Dietro le sbarre e dentro il labirinto del disagio psichico. Per ventidue anni, tre volte alla settimana, Silvana Crescini, artista, è andata a far visita a questi invisibili. Ne ha incontrati centinaia, tra uomini e donne, nell'atelier di pittura che aveva organizzato dentro l'Opg. Alcuni sempre presenti, per anni, altri di passaggio: in media una ventina a lezione. Non tutti artisti a pieno titolo, ma alcuni di lorosi sono guadagnati una parete nei musei.

Jean Dubuffet, vessillifero dell'Art brut (arte grezza) davanti alle loro opere non avrebbe avuto esitazioni. Il maestro francese andava cercando infatti “lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto dal loro profondo e non stereotipi dell'arte classica o dell'arte di moda”. Questa era, per Dubuffet, la definizione di art brut e proprio a questo filone si possono ascrivere le centoventi opere (LE FOTO DELLE OPERE), tra dipinti e disegni, esposte nella mostra “Universi segreti”. L'ha organizzata Silvana Crescini selezionando i lavori di vent'anni di atelier. Un'antologica che chiude, simbolicamente, un'esperienza finita lo scorso anno, quando non è stata rinnovata la convenzione da parte dell'Opg.

"Universi segreti”, il titolo, è una chiosa a ciò che lo spettatore: i mondi alternativi che la mente di questi artisti ha prodotto. Non saranno esplorazioni facili, si tratta di dedali inquieti, cupi, infestati da incubi e da angosce. “I disegni non sono espliciti – spiega Crescini – ma mi è capitato di vedere gente che avvicinandosi ad alcuni quadri ha un tale disagio che non li guarda”. Impossibile sfuggire ai grandi occhi dei ritratti di Giacomo. Sono l'elemento che disegna per primo, riferisce Crescini, dei suoi volti ieratici, tagliati come maschere afro. Grandi occhi cerulei spalancati, “per guardare – dice Giacomo – le persone che guardano il mio quadro”.

L'ispirazione Nabila la trovava invece nei fondi di caffè, in macchie melmose che diventano puzzle di volti e animali deformati a coprire l'intera tela, come a scacciare la paura del vuoto, l'horror vacui. Lorenzo, che si firma con il nome d'arte Checkthemeaning, confessando di “avere troppe idee concomitanti” ha arzigogolato segni fitti, minuscoli, spirali e labirinti. Mappe mentali. Non nasconde Silvana Crescini che talvolta ha segnalato i disegni a psichiatri e psicologi, “perché le opere parlano da sole, là le paure svaniscono, loro non si sentono giudicati”.

Così le silhouette di Bèatrice, quasi incisioni rupestri, tradiscono il ricordo di una dieta strettissima a cui era stata sottoposta per combattere un'obesità patologica. E i tagli cubisti di Muka, con cui costruisce una galassia futurista dominata dal dio meccanico Giger, restituiscono l'immagine di “un bambino che da torturato ora assume l'aspetto del torturatore”. “Ho voluto che il laboratorio fosse un luogo altrove – spiega Crescini – sereno e piacevole, dove stare insieme. Nella malattia si tende a isolarsi, ancora di più in un luogo chiuso. Ma attraverso l'arte loro hanno potuto dire qualcosa di inconscio”. Come Pippo, che disegna come un surrealista, ma che con il suo “Aquilone” esprime un desiderio molto semplice e reale (e come non capirlo): volare via.

"Universi segreti", dal 22 settembre al 3 novembre 2013, a Palazzo Menghini, via Cesare Battisti 31, Castiglione dello Stiviere (Mantova). Orari: sabato e domenica, 10-12.30; 15-19. Ingresso gratuito.

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