I veleni assediano Mantova, pronta la cura da 4 milioni

Una barriera proteggerà i laghi dal polo chimico di TOMMASO PAPA

Il petrolchimico di Mantova

Il petrolchimico di Mantova

Mantova, 7 febbraio 2016 - Primo passo, la bonifica del surnatante, lo strato di fanghi velenosi scaricati per decenni sulla falda, poi la bonifica del suolo, fino ad arrivare alla creazione di coltivazioni in idrocoltura e a sperimentazioni di phytoremediation (risanamento dei terreni tramite piante). Nel polo chimico di Mantova, inserito tra le zone ad alto rischio in Italia al livello della Terra dei fuochi, l’operazione di pulizia dai veleni fa passi avanti. Dopo le ruspe arrivate nella cosiddetta «collina dei veleni», ora gli sforzi si concentrano sull’area dell’ex raffineria Ies e della Belleli, l’industria di componentistica meccanica. Si tratta di una buona fetta dei circa 10mila metri quadrati del «Sin» (Sito di interesse nazionale) Laghi di Mantova-polo chimico. A sbloccare l’impasse è stato un attesissimo decreto ministeriale che consente alla Ies di agire. L’atto è stato firmato il 26 novembre e concede all’ex raffineria 4 mesi di tempo, in pratica entro fine marzo, per intervenire concretamente. I lavori però potrebbero iniziare già in queste settimane.

Preceduta da un’intricata battaglia legale tra Ies e Belleli sulle responsabilità dell’inquinamento, vinta dalla seconda che ha subito l’effetto degli scarichi della raffineria, la bonifica dell’area consisterà nella creazione di una barriera per la protezione del lago e nell’aspirazione del surnatante. È prevista una spesa iniziale di 4 milioni per i primi tre anni ma l’operazione potrebbe durare anche più a lungo perché nessuno può sapere quanto fango velenoso si sia depositato nella falda. Un’altra fetta più piccola di quell’intrico di ciminiere e depositi arrugginiti che è oggi il polo chimico potrebbe essere presto ripulita direttamente dal Comune. «Si tratta dell’ex colorificio Freddi – spiega l’assessore municipale all’Ecologia, Andrea Murari – che non ha mai partecipato ai programmi per la bonifica». Ora l’amministrazione si sostituirà ai proprietari recalcitranti. Per farlo però servivano i fondi del ministero dell’Ambiente, circa 2 milioni per interventi di questo tipo in tutta Italia. «Queste risorse sono più vicine – continua Murari – e attraverso un accordo di programma la Regione Lombardia le destinerà anche a Mantova». Un terzo capitolo della storia si chiama mercurio. Da tempo è stata individuata una zona particolarmente colpita da questo tipo di veleno, la cosiddetta «Area Celle» appartenente a un vecchio insediamento dell’Eni, ma in questo caso le procedure per intervenire sul terreno sono meno avanzate. «E ci spiace che la burocrazia in tema di bonifiche sia lenta e farraginosa – conclude l’assessore all’Ecologia – perché ci rallenta anche quando saremmo pronti a intervenire».

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di TOMMASO PAPA