La mamma assassina non è l’unica colpevole: nel mirino chi la curava

Avviso per tutela al padre, ora altre verifiche

Antonella Barbieri e il marito Andrea Benatti nel giorno del loro matrimonio

Antonella Barbieri e il marito Andrea Benatti nel giorno del loro matrimonio

Suzzara (Mantova), 15 dicembre 2017 - La tragedia di Lorenzo e Kim, 5 e 2 anni, uccisi dalla madre in un accesso di follia, potrebbe avere più di un colpevole. Non solo Antonella Barbieri, l’ex modella carpigiana trapiantata a Suzzara, che ha soffocato la piccola in casa e poi ha accoltellato il bambino lungo una golena del Po, nel Reggiano. Ma nemmeno il marito, Andrea Benatti, 39 anni, ex campione di rugby, che è finito nel registro degli indagati della Procura di Mantova: l’atto che lo riguarda, ampiamente atteso dai difensori, le avvocatesse Sara Pasotti e Federica Binacchi, sembra essere motivato da uno scrupolo particolare dei pm.

Il sostituto Andrea Ranalli, titolare del fascicolo, e il capo dell’ufficio Manuela Fasolato vogliono verificare che Andrea, agli occhi di tutti una parte lesa (e quanto colpita è immaginabile) abbia compiuto tutto quanto possibile per svolgere al meglio il ruolo di genitore e titolare della patria potestà sui bambini. Un atto dovuto, quindi, e non di più, che certo il destinatario non ha preso bene ma al quale era stato preparato. In tutt’altra posizione invece, potrebbero essere altri soggetti non ancora entrati nel fascicolo processuale. E la mente va subito ai sanitari che hanno seguito il disagio psichico della mamma, attualmente ancora ricoverata nell’ospedale di Reggio Emilia dopo aver tentato il suicidio.

La donna, coetanea del marito, aveva iniziato a stare male a settembre e in autunno, fino ad ottobre, aveva subito due Tso (trattamenti sanitari obbligatori, in pratica ricoveri forzati) nelle strutture ospedaliere di Oglio Po nel Cremonese e di Pieve di Coriano nel Mantovano. Poi era stata dimessa e affidata al Centro psicosociale di Suzzara. Chi l’ha curata aveva fissato un controllo molto successivo al ricovero, e questo particolare gioca a favore della difesa del papà dei piccoli: come avrebbe potuto avere sentore del pericolo che i bimbi potevano correre? Lo stesso dettaglio, invece, potrebbe essere alla base dell’allargamento dell’inchiesta ad altri indagati, probabilmente col camice bianco, che hanno firmato le cartelle cliniche di Antonella.

Andrea e chi gli è vicino su questi argomenti rispettano disciplinatamente il segreto istruttorio. Il padre Davide continua a proteggere il figlio tenendolo in casa propria a Suzzara. Andrea non è ancora in grado di affrontare gli altri, tanto da non partecipare giovedì sera alla fiaccolata silenziosa che ha testimoniato la solidarietà di tutto un paese verso la famiglia di Lorenzo e Kim. Per le persone colpite un conforto potranno essere i funerali dei bimbi: ieri si sono svolti gli esami autoptici a Mantova e a Modena e oggi dovrebbe essere rilasciato il nulla osta alle esequie. Il rito dovrebbe essere fissato all’inizio della settimana prossima: «Quanto tempo», commenta accorato un parente. Ma la sua attesa, e quella delle altre vittime, sta per finire.