Ebrei ortodossi a Mantova: "Rivogliamo il nostro cimitero"

Il rabbino ortodosso Rav Shmaya ha visitato l'area ceduta, l'anno scorso, dal demanio statale al Comune di Mantova che lì vuole costruire un centro ricerche per la biodiversità e un centro per l'agroalimentare

Preghiere ebraiche

Preghiere ebraiche

Mantova, 3 dicembre 2016 - L'antico cimitero ebraico di Mantova è ormai dismesso da secoli. Ma adesso gli ebrei ortodossi lo rivogliono e la richiesta arriva da Rav Shmaya Levi, rabbino ortodosso israeliano, editore e ricercatore.  A Budapest ha ritrovato il libro delle sepolture del cimitero autorizzato da Francesco Gonzaga nel 1442 e chiuso da Giuseppe II nel 1786. Lì sono sepolti nomi importanti dell'ebraismo, da Azariah da Fano (1548-1620), il più importante cabalista italiano, a Rabbì Moshé Zacuto (1625-1697), altro cabalista italiano, da Rabbì Aviad Basilea (1680-1743), filosofo e scienziato a Rabbì Yehudà Beiel, letterato (1643-1722).

Rav Shmaya è arrivato a Mantova nei giorni scorsi per visitare l'area abbandonata del cimitero, diventato prima campo di concentramento dei nazisti, quindi area militare ceduta, l'anno scorso, dal demanio statale al Comune di Mantova che lì vuole costruire un centro ricerche per la biodiversità e un centro per l'agroalimentare. Ma lui non ci sta.

"Per tutto il mondo ebraico - ha detto Rav Shmaya Levi durante un suo recente viaggio a Mantova - è fondamentale che quella terra ritorni ai suoi legittimi proprietari. Gli ebrei pagarono per quella terra e, dunque, la terra appartiene ancora agli ebrei. Non possiamo accettare che sulla nostra terra venga costruito un mercato ortofrutticolo, così come non accettiamo che i nazisti si siano presi la terra che era nostra costruendo il loro campo di concentramento. Lì vogliamo costruire un museo della memoria. Per questo abbiamo coinvolto il comitato americano che lunedì verrà a Mantova per incontrarsi con l'Amministrazione comunale".