Suzzara, la mamma killer: "Ora curatemi". Si indaga sui trattamenti psichiatrici

Il pm vuole capire se sia stata dimessa frettolosamente

I carabinieri mettono i sigilli all’abitazione

I carabinieri mettono i sigilli all’abitazione

Suzzara (Mantova), 10 dicembre 2017 - «Ora curatemi». Antonella Barbieri, l’ex modella di 39 anni arrestata con l’accusa di aver ucciso i suoi due bambini di 2 e 5 anni sta meglio. È ancora ricoverata nel reparto di terapia semi-intensiva dell’ospedale di Reggio Emilia, ma adesso ha accettato di seguire le indicazioni dei medici, anche grazie al supporto psicologico che le è stato affiancato. Mangia e ha cominciato ad assumere i farmaci prescritti. La lesione che si è procurata al polmone, tentando il suicidio dopo il duplice delitto, non sarebbe grave. E i medici hanno assicurato ieri che non «necessita di particolari sedativi, non è agitata».

È costantemente piantonata e non può vedere nessuno, tranne il suo avvocato. Anche se, ieri, un capannello di suoi familiari – chiusi nel dolore e nel massimo riserbo – era in attesa davanti alla porta di avere notizie sulle sue condizioni di salute. Si scava intanto nel suo passato e nelle pieghe della sua cartella clinica. Proseguono le indagini delle procure di Mantova e di Reggio Emilia, per ricostruire i motivi che avrebbero scatenato il gesto della donna, compiuto tra l’abitazione suzzarese (dove è stata soffocata con un cuscino la piccola Kim) e la golena del Po a Luzzara, nel Reggiano (dove sono stati trovati la donna ferita e il corpo del figlioletto maggiore, Lorenzo Zeus, morto per una coltellata al cuore). Gli inquirenti stanno lavorando a 360 gradi anche per capire se la madre, i cui problemi psicologici erano noti, sia stata assistita in modo adeguato; se questa tragedia potesse essere evitata oppure se la situazione era tale che nulla potesse far neppure ipotizzare quanto è poi accaduto. 

Intanto suo marito, l’ex campione di rugby della nazionale Andrea Benatti, 38 anni, è stato convocato ieri in procura a Mantova, per essere ascoltato come persona informata su fatti. La donna, stando agli accertamenti, era stata dimessa a ottobre dopo un trattamento sanitario obbligatorio di un mese. «Diceva di sentire nella testa la voce di un uomo che la guidava», racconta chi la conosce bene. I familiari sono sotto choc. «A noi evidentemente nascondeva il suo disagio, sapevamo che era seguita ma non avremmo mai immaginato... Pensavamo stesse meglio», dice a poca voce il cognato. Il marito di Antonella, da quel maledetto pomeriggio, «si è chiuso nel dolore e non fa che tenersi la testa fra le mani», racconta papà Davide Benatti, nonno dei due bambini. E ciò che sta facendo ulteriormente soffrire le due famiglie travolte da questo orrore è la gogna mediatica che si è scatenata sul web, con migliaia di commenti, analisi e sentenze. Fino ad arrivare a un finto profilo Facebook che riportava nome e cognome del padre, con tanto di foto rubate. Commenti in cui il «marito» della donna si sarebbe definito «un fallito per non aver capito», promettendo che d’ora in poi le sarebbe «stato accanto come non aveva mai fatto».

Tutto falso. Sdegnato, lo conferma il padre dell’ex campione di rugby: «Ci è stata segnalata questa lettera su Facebook con un profilo che riportava il nome di mio figlio. Gliel’ho mostrata, ma mi ha detto che non l’ha scritta lui. Una vergogna». La famiglia ha segnalato il post a Facebook, rimosso nella mattinata di ieri. L’episodio di sciacallaggio ai danni del 38enne rappresenta solo il culmine della montagna di commenti, postati nella pagina della Barbieri. Insulti, parolacce, dibattiti su possibili responsabilità della famiglia e dei medici nel non aver capito la gravità della sua situazione psichiatrica e nell’averle lasciato la custodia dei bimbi.

(ha collaborato Antonio Lecci)