Mantova, 10 febbraio 2013 -  Nel castello di San Giorgio a Mantova cinquanta coppie gay si sono simbolicamente unite in matrimonio. Cento persone, provenienti per lo più dal Nord Italia e la metà dal mantovano, si sono sposate, seppur in modo simbolico, con la formula del rito civile. Ad officiare il rito quattro esponenti politici del centrosinistra.

A partecipare il sindaco di Pegognaga Dimitri Melli, l’ex sindaco di Mantova  Fiorenza Brioni, l’assessore provinciale Elena Magri e il capogruppo del Pd in Comune a Mantova Giovanni Buvoli. Ognuno di loro ha letto gli articoli del codice civile che contempla diritti e doveri per i coniugi. Dopo la dichiarazione collettiva di amore eterno, ogni coppia è andata da uno dei quattro officianti per apporre le firme sul certificato di matrimonio che e’ poi stato rilasciato al termine del rito.

"Ovviamente, senza alcun valore legale ma con un grande significato simbolico - ha sottolineato Davide Provenzano, presidente dell’Arcigay la Salamandra di Mantova, promotore dell’iniziativa e anche lui, per la cronaca, tra gli sposi. Con questa manifestazione chiediamo un’iniziativa legislativa che legittimi i matrimoni gay. Il registro delle unioni civili, infatti, non ci basta piu’ perche’ e’ un modo quasi di ghettizzarci ancora di più".

Un gruppo di Forza Nuova che si è poi avvicinato per contestare il raduno gay.