Un rilancio non solo sulla carta: l’ex Burgo riprende a produrre

L’imprenditore Zago punta su alta tecnologia e riciclo di materiale di TOMMASO PAPA

Una protesta sindacale da parte dei lavoratori della cartiera ex Burgo

Una protesta sindacale da parte dei lavoratori della cartiera ex Burgo

Mantova, 9 febbraio 2016  Torna il lavoro, e tornano le tute blu, all’ex Burgo di Mantova. La cartiera sospesa nel vuoto, gioiello dell’architetto Pier Luigi Nervi, sarà di nuovo in produzione dopo tre anni di chiusura e di abbandono. Verrà ristrutturata rispettandone il progetto e conterrà anche un auditorium e persino un museo della carta. La nuova proprietà, la Pro-Gest dell’imprenditore cartario Bruno Zago, ha presentato un piano di rilancio da 150 milioni di euro che punta su nuovi prodotti (cartone ondulato e da packaging al posto della carta da giornali) e alta tecnologia: una ricetta per la salvezza dello storico insediamento. Ne sono sicuri i responsabili del colosso trevigiano, che hanno illustrato il piano industriale a Confindustria Mantova, ai sindacati e agli amministratori locali. «Faremo dell’ex Burgo il nostro fiore all’occhiello - ha detto Francesco Zago, direttore generale del settore cartiere del gruppo -. È il progetto più importante della storia imprenditoriale e punta a creare la più grande azienda europea per la produzione di carta completamente riciclata». Pro-Gest, che si dà un orizzonte temporale di 40 anni per il rientro dell’investimento, intende riproporre e sviluppare a Mantova l’esperienza della cartiera di Villa Lagarina, in Trentino, salvata e riconvertita. L’ex Burgo dovrà essere ancora più innovativa e competitiva. Servirà un anno, dicono gli imprenditori veneti, per cambiare la fisionomia del parallelepipedo lungo 330 metri e largo 35 che dal dopoguerra segna il paesaggio dei laghi mantovani.

La produzione dell’ex Burgo sarà diretta principalmente nel Nord Italia e dovrà eguagliare o superare le 300mila tonnellate annuali di Villa Lagarina, rispondendo a una richiesta in crescita, che oggi il mercato italiano soddisfa ricorrendo all’importazione per un milione di tonnellate. Anche le ricadute occupazionali saranno rilevanti. «Prevediamo cento addetti diretti alla cartiera - ha spiegato ancora Francesco Zago - e altri cento sul sito per manutenzione e altri servizi. L’indotto diretto consisterà in un centinaio di autotrasportatori, mentre 150 tecnici verranno a Mantova anche dall’estero per seguire la start-up dell’azienda. Infine prevediamo 350-450 persone anche del settore edile che in 18 mesi dovranno smontare l’attuale struttura e rimontare la nuova». La nuova Burgo dovrà produrre l’energia e prevede di riattivare un impianto di cogenerazione e termovalorizzazione in grado di produrre 30 megawatt-ora. «Senza energia non c’è cartiera» ha ribadito Bruno Zago ricordando che la Burgo ha un’autorizzazione per bruciare 80mila tonnellate di scarti all’anno utilizzando tecnologie molto meno inquinanti di quelle della vecchia Burgo. Nelle intenzioni di Pro-Gest dovrebbe assorbire anche scarti provenienti da altri suoi stabilimenti.