Milano, 5 aprile 2014 - La Lega Nord è pronta: all'insegna del motto 'Le idee non si arrestano' scritto sotto un Leone di San Marco con la spada sguainata, il Carroccio chiama a raduno domenica a Verona il popolo verde per solidarizzare con i secessionisti arrestati due giorni fa.

Obiettivo, oltre a quello di far sentire la propria vicinanza a Rocchetta, Chiavegato, Faccia, Badii e altri, l'accusa alla magistratura di non perseguire i reali mali del paese ma, per dirla con Roberto Maroni, incaponirsi in "vicende giudiziarie grottesche". "Se lo Stato pensa di far paura a qualcuno sbaglia di grosso", sostengono i deputati della Lega Nord, Marco Marcolin e Roberto Caon: "Aiuta i clandestini, cancellando il reato di clandestinita', libera migliaia di delinquenti con lo svuota-carceri, e arresta chi vuole l'Indipendenza", denunciano sfidando un "regime che ha paura e vuole mettere la museruola a tutti i veneti che chiedono liberta'".

In piazza dei Signori alle 18 si ritroveranno leghisti non solo veneti: dalla bergamasca sono infatti attesi una decina di pullman e altre corriere sono state organizzate da Brescia. Tra i big della politica del Sole della Padania, il segretario federale Matteo Salvini, i governatori di Lombardia e Veneto Roberto Maroni e Luca Zaia, il sindaco di Verona Flavio Tosi. Proprio Zaia oggi ha lanciato un appello per la liberazione "di tutte le 24 persone arrestate. E' opportuno - ha detto - che siano giudicate senza le manette ai polsi, perche' non scapperanno. Domani - ha quindi ricordato - e' bene che un po' tutti siano presenti, perche' lanceremo una petizione popolare per la liberazione di questi ragazzi. Spero anche - ha concluso - che i parlamentari del Veneto, nell'ambito delle loro funzioni, prendano in mano questa partita e presentarla al Parlamento affinche' fatti del genere non accadano piu'".

"E' roba da matti - fa sentire la sua voce Salvini - mettere in galera le idee. Che qualcuno di normale possa credere che quella ruspa spara-supposte potesse far del male - ha aggiunto - e' una cosa degna di uno stato fallito e finito. Ma la soddisfazione - ha concluso - e' che tanta gente leghista e non leghista ci e' vicina".

Ma la voce piu' forte, oggi, e' quella del leader dei 'secessionisti', Franco Rocchetta, che davanti al Gip ha assicurato il proprio "ripudio della violenza quale strumento di autodeterminazione dei popoli. Ogni volta che c'e' stata - ha detto nel corso dell'interrogatorio a Treviso - gli effetti sono stati controproducenti perche' la violenza semina dolore,rancori, vendette, disequilibri sociali". Il suo avvocato, che definisce la sua carcerazione la cosa "piu' grave e violenta" che possa fare uno Stato contro una "persona non giudicata" assicura comunque che il suo assistito "sta bene come puo' stare bene chi e' a posto con la propria coscienza".