Milano, 3 gennaio 2014 - Un altro anno da dimenticare sul fronte lavoro: sono stati 25.789 i lavoratori licenziati nella sola Lombardia da aziende sopra i 15 dipendenti nel corso di tutto il 2013, il 26,3% in più rispetto al 2012, quando i licenziamenti si erano attestati a quota 20.421.

E' il preoccupante dato fornito dalla Cisl regionale, che ha rielaborato i numeri relativi alle liste di mobilità e ai licenziamenti collettivi avvenuti nelle aziende sopra i 15 dipendenti. "Siamo di fronte non solo ad un aumento significativo, ma anche al fatto che questo dato è in continuo aumento da almeno 4 anni - sottolinea il sindacato - Inoltre se si dovessero considerare tutti i licenziamenti effettuati nel 2013 anche nelle piccole e microimprese sotto i 15 dipendenti, il numero dei lavoratori espulsi dai luoghi di lavoro supererebbe certamente le 75mila unità".

"Il 2013 si è concluso male per il lavoro e l'occupazione, l'aumento dei licenziamenti è impressionante ma noi non vogliamo arrenderci. Da subito in questo 2014 appena iniziato - dichiara Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia - dobbiamo realizzare politiche contrattuali e pubbliche che difendano l'occupazione e aiutino le imprese ad assumere. La Lombardia è la locomotiva del Paese e nel 2014 deve mettere in campo tutto quanto può portare nuovi posti di lavoro e nuove assunzioni. Insieme ai datori di lavoro dobbiamo promuovere i contratti di solidarietà e il decollo dell'apprendistato, definire regole per una buona occupazione flessibile attorno alla grande opportunità che Expo offrirà già da quest'anno. Alla Regione chiediamo maggiori sforzi concreti sulla strada della minor burocrazia, delle aree di competitività, del sostegno ai settori strategici. E se le banche tornano a fare bene il loro mestiere possiamo trasformare il 2014 in un anno di cambiamento per le imprese e i lavoratori. Dobbiamo creare discontinuità e una svolta positiva per la nostra economia, per promuovere nuovi posti di lavoro. Solo così potremo far scendere il dato dei licenziamenti che più di tutti ci chiede di agire".