Milano, 23 dicembre 2013 - A poche ore dalla vigilia di Natale, è quasi tutto pronto per godersi un pò di tempo da trascorrere con parenti e amici. Non solo primi, secondi, contorni e dolci e neppure regali da aprire sotto l'albero. Bisogna trovare anche il momento di giocare: tombola, mercante in fiera, sette e mezzo sono i tradizionali giochi che tutti conoscono e che fanno parte della più antica tradizione popolare.

Il gioco permette di evadere dalla quotidianità e divertirsi, aumenta la possibilità di allargare le proprie conoscenze, aiuta a ritrovare l’ottimismo e a conoscersi meglio. Altro che lettino dello psicanalista. Per quasi un esperto su 2 (47%)  il gioco permette di ritrovare serenità e fiducia in se stessi. I maggiori benefici? Soprattutto nel rapporto genitori-figli (33%) e con gli amici (26%). È quanto emerge da uno studio promosso da Nescafé Dolce Gusto e condotto su 80 esperti tra addetti ai lavori, psicologi e sociologi, per analizzare i modi migliori per ritrovare la serenità e il benessere psicofisico attraverso il gioco.

 

I GIOCHI DI NATALE - Tipica del meridione, ma che ormai ha contagiato tutta Italia, Lombardia compresa, è la tombola. E’un gioco da tavola pluricentenario, visto che nacque a Napoli nel Settecento per sostituire il gioco del lotto che durante le feste religiose veniva interrotto. Il suo nome deriva forse dal “capitombolo” che fa il numeretto nel cadere sul tavolo dal contenitore, che una volta aveva la forma di tombolo. 

Altro tipico gioco della tradizione natalizia, ma con origini nordiche, nello specifico della Venezia del Cinquecento, è il Mercante in fiera, gioco di carte figurate. Si gioca utilizzando due mazzi identici da 40 carte ciascuno. Su ogni carta è rappresentata una figura diversa. I giocatori scoprono le carte e le dispongono in linea davanti a loro. Le carte rimaste nel mazzo blu sono messe all'asta, una o più carte alla volta, a piacimento del banditore, il quale deve porre in opera tutto il suo spirito e la sua eloquenza per rendere più divertente l'asta. La regola vuole che, prima di cedere la carta al miglior offerente, il banditore debba ripetere il bando per tre volte. Il banditore potrà offrire le carte sia dichiarando la quantità, che al buio, cioè nascondendo le carte all'asta in modo che non si sappia la quantità.

Con le carte si può giocare anche a sette e mezzo, il cui scopo è appunto quello di  avvicinarsi il più possibile al sette e mezzo con le carte senza “sballare”. Si gioca solitamente con le carte della scopa, alle quali si attribuisce un numero a seconda del segno.

Le carte napoletane vengono utilizzate anche per il gioco dell’asino, o ciuccio. Si gioca così: si escludono dal mazzo i tre cavalli, mentre l’ultimo viene nascosto nel mazzo dal mazziere. Una volta distribuite le carte ai giocatori, vanno eliminate le coppie e messe al centro del tavolo. Fatta questa procedura, chi ha il numero maggiore di carte  pesca dal giocatore alla sua sinistra una carta a caso, scartandola se questa fa coppia con una delle sue. Il gioco dura finché non resta uno solo con una carta non accoppiabile, il cavallo appunto, che sarà lo sconfitto.

L'assassino è un gioco di carte, per il quale solitamente si usano le carte napoletane, ma di cui esiste anche una versione con quelle francesi. Per cominciare il mazziere pesca dal mazzo tante carte quanti sono i giocatori, preferibilmente non figure, ma anche altre carte se i giocatori sono molti. Tra le varie carte ci devono assolutamente essere il re di denari (K a Quadri) e l'asso di spade (Asso di picche). Il mazziere distribuisce a ognuno una carta, coperta. Colui che ha ricevuto il re di denari (K a Quadri) è il commissario (o anche ispettore), mentre chi ha avuto l'asso di spade (Asso a Picche) è l'assassino.Tutti gli altri sono civili. Una volta che ognuno ha visto la propria carta (che non deve mostrare a nessuno), l'assassino comincia a fare l'occhiolino ai vari giocatori: chi vede che l'assassino gli ha fatto l'occhiolino deve mostrare la propria carta e dichiararsi morto. Siccome i morti non parlano, è assolutamente proibito a un morto di rivelare l'identità dell'assassino. I civili non possono inoltre fingere di essere l'assassino. Il compito del commissario è di capire chi è l'assassino, cercando di vedere chi fa l'occhiolino: una volta che crede di averlo individuato, gli intima l'arresto, mostrando la propria carta a mo' di distintivo; se era quello l'assassino, il commissario vince la partita, altrimenti la vince l'assassino. 

Più classici ci sono la briscola, la scopa o il rubamazzetto, passatempi piacevoli da fare, con la differenza che durante queste feste molti si divertono a puntare piccole cifre di denaro – come anche con la tombola – per dare un  premio ed invogliare i giocatori a fare più “mani”.

Da non dimenticare che, per rendere il gioco ancora più divertente, si possono mettere in palio premi di ogni tipo: monetine, banconote, cioccolatini, frutta e piccoli pensierini. Le partite avranno quel pizzico in più di sfida e di voglia di vittoria.