Massacrata di botte per vent’anni: denuncia e fa condannare l’ex

Scaraventata giù dalle scale, lodigiana si ribella e scopre una nuova vita di LAURA DE BENEDETTI

Stalking e violenza contro le donne

Stalking e violenza contro le donne

C’è chi ce la fa ad uscire dalla spirale della violenza domestica e in 6 mesi vede la condanna dell’ex convivente, trova casa e lavoro, riprende peso e torna a sorridere. È il caso di una cinquantenne residente nel Lodigiano che, dopo 20 anni di abusi, grazie alla rete territoriale ‘Amati’, ora ha un’abitazione e un lavoro come badante: la scorsa settimana l’uomo è stato condannato per maltrattamenti e lesioni a 2 anni e 4 mesi e ad un risarcimento del danno di 15mila euro; il giudice ha inoltre decretato che non può avvicinarsi all’ex compagna. Il punto di svolta lo scorso 13 ottobre: i carabinieri accorrono per sedare un violento litigio; lei però non vuole denunciare, loro se ne vanno. La rabbia del convivente, però, esplode: lei vola giù dalle scale, chiede aiuto ad una vicina. In pronto soccorso scatta la rete: il centro antiviolenza ravvisa lo stato di pericolo, la porta in un rifugio protetto, l’accompagna a presentare denuncia. Poi, oltre al supporto psicologico, l’aiuta a trovare un alloggio e un lavoro. E lei, ridotta pelle e ossa per lo stress, torna a nuova vita.

Milano, 27 aprile 2016 - In un anno, il 2015, la violenza cieca si è portata via 128 donne, uccise in prevalenza dal marito o dal compagno. Le crude cifre potrebbero strappare un sospiro di sollievo: rispetto all’anno precedente, i delitti risultano in calo del 6,57% (8 omicidi in meno). Ma questa è solo la punta dell’iceberg, perché prima di arrivare all’omicidio si registrano 6.945 atti persecutori a danno delle donne, 3.086 casi di volenza sessuale e ben 6.154 casi di percosse.

«Se in Italia - ha sottolineato l’assessore regionale Giulio Gallera - 6 milioni 788.000 donne, tra i 16 e i 70 anni, pari al 31,5%, hanno subito, nel corso della vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale, in Lombardia le percentuali non si discostano molto e si attestano al 31,4%, circa 170mila quindi. Un dato ancora più allarmante se si pensa che le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza che da tempo lavorano sul territorio sono una su mille».

La paura di denunciare è uno degli aspetti più inquietanti di questa violenza, che riduce la vittima ad accettare percosse e angherie come un «atto meritato» come dimostrano i dati forniti dalla Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, dove opera il Soccorso Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD) guidato da Alessandra Kustermann. Lo scorso anno l’assistenza legale fornita gratuitamente dal Centro Antiviolenza SVSDAD Onlus ha contato 191 casi arrivati a sentenza penale: con 72 condanne per maltrattamenti o lesioni su donne, 62 per violenza sessuale, 26 per violenza sessuale su minori, 5 per stalking, 2 per tentato omicidio, una per omicidio. Solo 19 cause sono state archiviate, e solo 4 presunti aggressori sono stati assolti (anche se, per tutte le archiviazioni e le assoluzioni, è stato comunque presentato ricorso). L’età media delle vittime è concentrata tra i 18 e i 54 anni (pari al 77% dei casi), quasi la metà, comunque (47%) riguarda donne dai 25 ai 44 anni. «Questo - ha commentato Alessandra Kustermann, direttore del Pronto Soccorso Ostetrico Ginecologico del Policlinico, illustrando i dati - dimostra che la violenza può colpire a ogni età e che a volte sono necessari decenni prima che la vittima acquisisca la consapevolezza che dalla violenza si può uscire».