Lodi, 23 agosto 2011 - Settimana calda quella che si è aperta ieri sul fronte manovra. Il tema più caldo nel lodigiano rimane quello della paventata soppressione della Provincia di Lodi, ma ad essere coinvolta nel dibattito è l’intera ricaduta della manovra sugli enti locali, con tutti i soggetti coinvolti che dopo la pausa del weekend riaffilano le armi in vista di incontri ritenuti decisivi per stoppare (o comunque cambiare) gli effetti del provvedimento.

Domani alle 15 Roma si riunirà l’ufficio di presidenza dell’Unione Italiana Province, a cui parteciperà anche una delegazione Lodigiana. «Nel tavolo — ha spiegato il presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione — si cercherà di definire una strategia unitaria per contrastare i tagli degli enti, che riteniamo inutili». Mentre per giovedì alle 15 è fissato sempre a Roma il direttivo dell’Associazione dei Comuni Italiani. Il 29 agosto sarà poi il turno del Consiglio comunale di Lodi, che si riunirà per preparare le proprie contromisure al provvedimento dopo la grande manifestazione di Milano in cui tutti i sindaci dell’Anci scenderanno in piazza per far udire la propria voce. Sarà presente anche il primo cittadino di Lodi, Lorenzo Guerini, ideatore del “comitato dei soppressi” che continua a raccogliere adesioni. «Ci sono giunte altre lettere da amministrazioni a rischio di taglio — fanno sapere dal Comune — ma ancora è presto per definire una strategia d’insieme».

Sul fronte sindacale si riuniranno sempre domani a Roma i segretari provinciali della Cgil, tra cui il lodigiano Domenico Campagnoli. Sul tavolo l’ipotesi di uno sciopero generale, che nel sindacato danno come sempre più probabile, e di singole manifestazioni con modalità diverse da città a città in aggiunta a quella nazionale già proclamata dalla Fiom per 5 e 6 settembre.

Intanto ieri lo studio pubblicato dall’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale dell’Anci sul possibile impatto della manovra nel comparto dei Comuni ha svelato come i tagli stabiliti per il 2012 possano essere ammortizzati da Comune di Lodi con il raddoppio dell’aliquota Irpef. «Passando dallo 0,20% attuale allo 0,41% — spiegano dall’ufficio stampa del Comune — i 1.571.000 euro tagliati potrebbero essere integralmente recuperati. Ma come amministrazione non abbiamo alcuna voglia di aumentare le tasse. La nostra aliquota è bassa perché siamo stati tra i pochi ad abbassare in questi anni la pressione fiscale. Il Governo non può far fare a noi il lavoro sporco. Le nostre tasse non le toccheremo».