Stupra la convivente lungo l’argine del Po: finisce ai domiciliari

Lo stupro e le botte subite lungo l’argine del Po, a San Rocco al Porto, erano stati solo l’ultimo atto di crudeltà del suo convivente. Ma prima, nei quattro anni precedenti, la donna era stata costretta a subire dal compagno, soprusi di ogni tipo

Una ragazza aggredita (foto archivio)

Una ragazza aggredita (foto archivio)

San Rocco al Porto (Lodi), 31 ottobre 2014 - Lo stupro e le botte subite ad agosto lungo l’argine del Po, a San Rocco al Porto, erano stati solo l’ultimo atto di crudeltà del suo convivente. Ma prima, nei quattro anni precedenti, una trentenne ecuadoriana era stata costretta a subire dal compagno, un connazionale di 43 anni, soprusi di ogni tipo: violenze fisiche e verbali che la donna non denunciava nel timore che potessero essere rivolte anche ai figli. Ora però l’uomo è stato arrestato e si trova ai domiciliari. Le manette sono scattate al termine di una breve indagine della polizia municipale seguita alla drammatica denuncia della trentenne ad agosto. I due, residenti a Piacenza, avevano trascorso la serata con gli amici. Poi però l’uomo aveva perso la testa e in un accesso d’ira l’avrebbe colpita con schiaffi e calci violenti scaraventandola a terra prima di trascinarla in macchina per i capelli. Anche in auto sarebbe stata schiaffeggiata e tenuta per i capelli ogni volta che aveva cercato di scappare. Poi in una zona boschiva, minacciandola con un coltello, l’avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali. Solo quando l’uomo si era addormentato, la donna era riuscita a a scappare chiedendo aiuto a un automobilista di passaggio. L’ecquadoriano è accusato di maltrattamenti, sequestro di persona, minacce aggravate, lesioni personali, porto abusivo di oggetti atti ad offendere, violenza sessuale e atti persecutori.