Di Cesare: "Lavoriamo con tranquillità e usciremo da questa crisi"

Calcio serie D, il centrocampista indica la strada al Cavenago Fanfulla

Il bianconero Enrico Di Cesare, 22 anni (Cavalleri)

Il bianconero Enrico Di Cesare, 22 anni (Cavalleri)

Lodi, 10 novembre 2016 - Dopo la sconfitta di Ponte San Pietro di domenica, sono tre le partite senza raccogliere alcun punto da parte del Cavenago Fanfulla. Un momento buio per la formazione lodigiana che è ripiombata nella zona playout con sole 5 lunghezze di vantaggio sulla coppia Scanzorosciate-Levico Terme appaiata sul fondo della classifica.

Una situazione non proprio rosea per il Guerriero che però, secondo il centrocampista Enrico Di Cesare, non deve portare ad una visione totalmente negativa del momento. "L’umore nello spogliatoio ovviamente non è dei migliori – spiega il classe ‘94 – l’importante adesso è remare tutti nella stessa direzione. Si deve poi notare che ci sono degli aspetti positivi. Contro il Pontisola abbiamo giocato una buonissima partita per esempio". Unione del gruppo quindi, ma sono anche altri gli ingredienti per uscire da questa minicrisi. "La tranquillità, unita al lavoro duro e all’unione d’intenti seguendo le direttive del mister, devono essere le armi principali che ci permetteranno di uscire da questo momento difficile – ammette Di Cesare, che nel suo curriculum può anche vantare presenze in serie B con l’Albinoleffe – il mister Dossena è molto preparato così come lo era Curti. Sono persone completamente diverse".

Una rapporto quello tra Di Cesare e Dossena molto solido, tanto che il tecnico ex Oltrepo Voghera ha dimostrato in queste prime partite di campionato di fidarsi ciecamente del suo centrocampista, tanto da utilizzarlo in almeno quattro ruoli diversi in nove partite di campionato. Una duttilità data dall’esperienza acquisita nelle varie squadre in cui ha militato Di Cesare nonostante la giovane età, ma anche una forma di maturità calcistica che dovrebbero avere tutti. "Lavoro sempre al massimo e mi rendo disponibile per ogni evenienza – racconta – quando sono stato lasciato in panchina per due partite consecutive ho accettato la decisione del mister facendomi poi trovare pronto quando sono stato chiamato in causa".