Lodi, 27 agosto 2011 - Si è buttato a capofitto con l’entusiasmo di sempre, consapevole che l’avventura non sarà facile, ma convinto di poter costruire qualcosa di buono. Virginio Gandini, allenatore del Fanfulla, blasonato Guerriero sprofondato nella Promozione, spiega: «Quando la società mi ha chiamato, ho subito detto sì. In questo club ho militato per 9 stagioni, 5 da giocatore e 4 da allenatore, in categorie ben superiori, ma questo non mi disturba: probabile che per riprendere il cammino ci sia bisogno di questo grande bagno di umiltà».

 

Coraggio e umiltà, per riprendere quel cammino di dignità mancato negli anni?
«A mio vantaggio — dice il mister di Vizzolo Predabissi — gioca l’età giovanile della rosa, ragazzi alle prime armi ai quali è facile insegnare e quindi, a fronte della inevitabile inesperienza, contemperata dalla presenza di esperti giocatori quali Paolo Curti, ci poniamo concreti obiettivi: l’ambiente me lo chiede, noi abbiamo il dovere di rispondere».

Obiettivi?
«Partiamo da zero ma ci stiamo mettendo abbondante volontà».

Contento al 100%?
«Il progetto mi affascina perché è difficile, non c’è nulla di scontato, tutto da costruire. Del resto, la dirigenza mi ha dato carta bianca. Sono felice della presenza di Curti: è stato mio compagno di squadra da giocatore, ora lo alleno e lui è sempre disponibile. È un esempio per tutti».

Già, però ora è bloccato da un problema muscolare.
«Niente di grave, non ci sarà domenica in Coppa alla Dossenina con il Real Casale, ma per l’inizio del campionato, l’11 settembre a Casalmaiocco sarà in campo».

Anni luce separano il Fanfulla dalle glorie del passato.
«In compenso ci batteremo contro miei grandi amici: abito a neppure due chilometri dal campo sportivo dove giocheremo quel derby».

Altro?
«Un elogio al direttore sportivo Mario Fiore: un vero signore, e intenditore di calcio, con esperienza trentennale con l’Inter».