Sfrattato, ora vive dentro l'auto: arrivano gli aiuti

La storia di Piero Ciacci, sfrattato da casa, ha commosso molti lettori in Rete di Gabriele Gabbini

Piero Ciacci, 51 anni, mostra il baule dell'auto, trasformato nella cuccia per i suoi due cani

Piero Ciacci, 51 anni, mostra il baule dell'auto, trasformato nella cuccia per i suoi due cani

Zelo Buon Persico, 25 febbraio 2015 - Un piccolo spiraglio di luce, nell’oscurità di un tunnel che sembra non finire mai. Piero Ciacci da ormai una settimana vive in una piccola utilitaria, insieme ai suoi due cani. Sfrattato da casa perché rimasto indietro con l’affitto e senza un lavoro che possa garantirgli quel minimo di indipendenza necessaria anche solo per sopravvivere. E non è che non lo cerchi, un lavoro, ma l’offerta è quella che è e al di fuori di lavoretti «toccata e fuga» il panorama sembra ancora alquanto desolante. Oggi Piero si è stabilito in un parcheggio di fianco a quella che, fino a poche settimane fa, era casa sua, a Zelo Buon Persico, in via Fratelli Cervi. La sua storia ha commosso molti, tanto che alla redazione de Il Giorno sono arrivati diversi messaggi che, insieme alla solidarietà, offrono anche un aiuto pratico: un’offerta di cibo, acqua o coperte. Piccole cose forse, che per qualcuno possono però avere un grande valore.

Nel frattempo sono uscite ufficialmente anche le graduatorie e liste d’attesa per una casa Aler, l’azienda lombarda di edilizia residenziale, nella quale è stato inserito anche il 51enne Piero Ciacci. Stando a quanto dichiarato dal Comune di Lodi saranno una quarantina gli appartamenti messi a disposizione, e Ciacci in classifica è al 22esimo posto. Ma le belle notizie si fermano qui, dato che, pur essendo in ottima posizione considerate le centinaia di richieste, la graduatoria si riferisce pur sempre alla città di Lodi, e solo un 5% delle abitazioni disponibili, per legge, potrà essere ceduto a cittadini non residenti in città, come è appunto Piero. Quindi, sui quaranta disponibili, saranno solo due gli appartamenti che verranno ceduti ai «forestieri», e il problema vero è che soltanto nelle prime dieci posizioni della lista sarebbero già sette i richiedenti che vivono fuori dalle porte della città del Barbarossa. Un calcolo che, di fatto, sembra escludere dai giochi l’ex salumiere.

La storia del 51enne di Zelo parte da lontano. Dopo 23 anni dietro un bancone di salumeria e gastronomia, Piero è stato lasciato a casa dalla compagnia per cui lavorava, che è andata fallita. Da qui il ricorso alle agenzie interinali, che però non regalano quasi mai un contratto stabile ma solo impieghi saltuari: «In questo periodo ho trovato un lavoro solo per le domeniche, al Carrefour di San Giuliano – racconta il 51enne – ma non riesco a portare a casa più di 2-300 euro al mese». E coi prezzi degli affitti, per altro senza nessuna garanzia di continuità lavorativa, pagarsi casa è diventato un incubo, più che un sogno. A fargli compagnia, nel freddo del parcheggio di via Fratelli Cervi dove «vive», a Zelo, ci sono solo i suoi due cani. Dormono nel baule dell’auto, con i sedili posteriori ribaltati e una coperta di flanella come cuccia, per farli stare più larghi e al calduccio.

Lui invece dorme davanti, senza nemmeno la possibilità di abbassare lo schienale, «perché se no loro non ci stanno», sorride, guardando i cuccioli. Dopo la sua denuncia sono stati parecchi i cittadini che l’hanno aiutato, chi offrendo un caffé, chi, invece, anche solo il calore di un saluto, o di un sorriso. Ma ciò che più servirebbe è un’opportunità di lavoro, che permetta a Piero di recuperare un po’ di indipendenza e dignità. Per aiutarlo allora, con gesti concreti o anche solo con un pensiero, è sufficiente mandare una mail a questo indirizzo. gabriele.gabbini@ilgiorno.net