Affari con la frutta destinata ai poveri: in tredici a processo

Tra i coinvolti, anche Tiziano Grazzani della onlus Sei per Secu

La frutta sequestrata

La frutta sequestrata

Secugnago, 2 luglio 2016 - Evidenti le prove raccolte dalla Procura di Lodi nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa milionaria all’Unione Europea perpetrata su buona parte del territorio nazionale con tonnellate di frutta e ortaggi destinati (solo teoricamente, secondo gli inquirenti) ai poveri. Tanto che, in concomitanza con la chiusura delle indagini, il pm Sara Mantovani ha chiesto e ottenuto dal gip di Lodi Alessandra Del Corvo il giudizio immediato nei confronti di tutti gli indagati coinvolti nella vicenda emersa il 2 febbraio.

Tredici persone, tra cui il lodigiano Tiziano Grazzani, pensionato di 65 anni, presidente della onlus di Secugnagno ‘Sei per Secu’, sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere dedita alla truffa ai danni della Ue, peculato, falso e illecita vendita, ricettazione e riciclaggio di prodotti ortofrutticoli destinati alla distribuzione gratuita nel settore socio assistenziale. La prima udienza davanti al primo collegio del Tribunale di Lodi è fissata per il 22 settembre, ma è probabile che buona parte degli imputati sceglieranno un rito alternativo.

Il sistema, ricostruito dagli inquirenti, era semplice. Il presidente Grazzani riceveva gratuitamente Tir di frutta e verdura da destinare alle mense e ad altre onlus. Bastava togliere il bollino, alterare le bolle di accompagnamento e le fatture. Poi, i prodotti finivano nei mercati, ovviamente a prezzi concorrenziali o del tutto fuori mercato, tramite distributori all’ingrosso o, addirittura, piazzato all’estero, soprattutto in Croazia e Romania. Il fenomeno aveva destato più di qualche allarme tra gli altri grossisti. Il centro della rete di distribuzione era l’Ortomercato di Fondi, Latina. La Procura ha ipotizzato un volume di affari di almeno 4 milioni di euro per 13mila tonnellate di frutta e verdura solo negli ultimi quattro mesi del 2015. A guidare l’organizzazione, secondo gli investigatori, era proprio la ‘Sei per secu’. Il presidente della onlus è rimasto in carcere a Cremona fino al 22 giugno, quando il gip di Lodi ha concesso i domiciliari. «Per noi è importante che Tiziano sia tornato a casa dopo tanti mesi», ha detto sollevata Ermida Rando, moglie di Grazzani.