Rubavano la ‘coca’ sequestrata: condannati tre poliziotti infedeli

Lodi, pene complessive per 9 anni e 5 mesi. I legali non ci stanno: faremo appello

I fatti contestati agli agenti della Polstrada risalgono al 2008; ieri si è espresso il tribunale collegiale

I fatti contestati agli agenti della Polstrada risalgono al 2008; ieri si è espresso il tribunale collegiale

Lodi, 11 novembre 2015 - Per lavoro arrestavano gli spacciatori di cocaina tra Lodigiano e Sud Milano poi, dato che erano a loro volta consumatori, trattenevano un pò di sostanza dai sequestri per consumarla in compagnia durante alcune serate. Tre agenti della Polstrada di Lodi, due dei quali hanno perso il posto, sono stati condannati dal tribunale di Lodi per un totale di 9 anni e 5 mesi con l’accusa di spaccio e peculato. Bocciata, in parte, la tesi del pm Emma Vittorio che nei confronti degli imputati aveva chiesto una «condanna esemplare» di quasi 20 anni complessivi. I fatti contestati risalgono al 2008. I giudici del collegiale hanno inflitto la pena più pesante a G.S., 43 anni, condannato a 5 anni, per essersi appropriato di qualche grammo di cocaina da un sequestro di circa 500 grammi di ‘polvere bianca’ effettuato sulla via Emilia, invitando poi amici e colleghi in discoteca per una serata di sballo nel quale si sarebbe fatto uso di quella droga sequestrata, e per non aver verbalizzato un secondo carico di droga sotto sequestro. È stato condannato a 3 anni e 9 mesi di reclusione, L.C., 37 anni, per non aver messo a verbale cinque grammi di cocaina, suddiviso in palline di carta stagnola, frutto di una confisca ai danni di un giovane spacciatore all’uscita della barriera A1 di Melegnano. Otto mesi di reclusione, pena sospesa, invece, per G.F., 43 anni, accusato di spaccio di sostanza stupefacenti per essersi recato in un bar vicino al comando di viale Piacenza per consumare insieme al proprietario del locale qualche striscia di «coca». «Ora dobbiamo solo aspettare le motivazioni che verranno depositate entro 90 giorni – spiega uno degli avvocati della difesa, Adele Burinato –. I giudici hanno fatto sicuramente un passo avanti rispetto alle richieste del pubblico ministero. Sicuramente faremo ricorso in Appello».

L’inchiesta, partita dalla questura di Genova, aveva coinvolto 25 agenti, tra cui quattro poliziotti di Lodi. Uno di loro aveva scelto di patteggiare già nel 2010, ottenendo la pena sospesa e la possibilità di mantenere il posto di lavoro, sia pure in altri contesti. In tre invece hanno preferito difendersi in aula, analizzando ogni risvolto della vicenda nel processo che si è aperto nel 2011 e che si è concluso, in primo grado, ieri pomeriggio. Nel gennaio 2010, gli uomini del comando regionale della Finanza di Milano si erano presentati a casa loro, nel Lodigiano, e li avevano arrestati per i reati di peculato e di spaccio di droga. Non che i poliziotti rivendessero la polvere bianca, ma per la legge, sotto il profilo tecnico, anche la cessione gratuita ad amici rappresenta una forma di spaccio. Quanto al peculato si spiega perché in qualità di pubblici ufficiali avevano in custodia la droga, un bene altrui, e se ne appropriavano approfittando della loro posizione. Ad incastrare gli agenti una serie di confessioni da parte di alcuni colleghi.