Licenziamenti alla Newlat. L’azienda accetta di tornare a trattare

Lodi, sospeso (per ora) lo sciopero dei lavoratori di Laura De Benedetti

Protesta alla ex Polenghi (Cavalleri)

Protesta alla ex Polenghi (Cavalleri)

Lodi, 23 settembre 2014 - «Abbiamo portato a casa un ‘rallentamento’ della procedura di licenziamento» ha spiegato Domenico Campagnoli, segretario generale della Camera del Lavoro. «È un mezzo passo avanti» ha confermato Massimo Marazzi, delle Rsu. «È un’apertura positiva e, comunque, se c’è rottura non ci sarà più margine di trattativa. Ora si gioca a carte scoperte» ha sottolineato l’assessore alle Attività Produttive del Comune, Andrea Ferrari. È proprio per il risultato ambiguo che ieri pomeriggio i dipendenti dell’ex Polenghi, in assemblea davanti ai cancelli dopo 5 giorni di sciopero ad oltranza ed una giornata di tensioni, hanno dubitato se accettare il “verbale di incontro” siglato da Cgil, Uil e Rsu e Newlat.

Ma poi, quando gli animi si sono calmati ed al gruppo dei manifestanti si è unita, scortata dalla Digos, anche la quindicina di colleghi che aveva trascorso la giornata dall’alta parte della barricata, a fianco dell’ad Stefano Cometto, la maggioranza (7 astensioni) ha deciso di accettare il rientro al lavoro, questa mattina, in attesa degli sviluppi: «Abbiamo davanti due strade — ha spiegato Paolo Zanetti, segretario Flai Cgil —: il muro contro muro, con i 20 licenziamenti in corso, oppure il ‘congelamento’ della situazione in attesa degli sviluppi dei due incontri, previsti domani (oggi, per chi legge) e giovedì. Domattina a Bologna, com’era previsto, i sindacati nazionali incontreranno Newlat per cercare ancora di ottenere 1 anno di cigs tramite il Ministero; nel pomeriggio e poi giovedì mattina, invece, incontreremo l’azienda qui a Lodi per discutere la gestione degli esuberi. Raschieremo il barile e, se non ci saranno risultati, torneremo a scioperare». «L’importante è restare uniti» ha evidenziato Tino Bolognesi, segretario generale Uil.

«L’azienda sostiene che dei 32 esuberi, 8 possono accedere al prepensionamento, 5 al ‘part time’ al 70%, altri 7 possono restare, cambiando casacca — ha aggiunto Domenico Ossino, segretario Uila Uil e Rsu —. È possibile anche il part time di più persone per salvare dei posti di lavoro». «In pratica — ha rimarcato Marazzi — l’azienda ci chiede di fare in 2 giorni ciò che non ha fatto in 1 anno e mezzo: gestire gli esuberi». Ferrari è ora impegnato a costruire un incontro con Lorenzo Guerini, con tutti i parlamentari e amministratori lodigiani, oltre al presidente di Newlat, Angelo Mastrolìa: dovrebbe tenersi, a palazzo Broletto, venerdì 26 o lunedì 29 settembre.

Ieri la situazione si era fatta pesante sin dalle 8.30 quando gli scioperanti (cui si sono uniti molti sindacalisti, soprattutto Cgil) hanno impedito l’ingresso in azienda del primo camion carico di panna, giunto da Reggio, quindi della quindicina di colleghi pronti al lavoro e dell’ad Stefano Cometto. Alle 11 una lavoratrice, colta da malore, è stata portata al pronto soccorso: «Aveva la pressione alta e ha rischiato un ictus — afferma il marito — ma ora sta meglio». Sul posto numerose pattuglie di polizia (anche antisommossa) e carabinieri, il vicequestore Francesca Fusto, che ha mediato fino a quando Cometto e i sindacalisti, alle 13.10, sono entrati nello stabilimento per un incontro. Solidarietà è stata espressa anche dal consigliere regionale Claudio Pedrazzini. 

laura.debenedetti@ilgiorno.net