Strangolata e abbandonata nuda, in tribunale il filmino choc di Pizzocolo: "Ma era un cliente gentile"

Il difensore del killer di Arese li vuole vedere tutti proiettati in aula per dimostrare che la morte della prostituta 18enne Lavinia Aiolaiei avvenne per un gioco erotico portato involontariamente alle estreme conseguenze e che non vi fu premeditazione di Monica Guerci

Omicidio Lavinia, arrestato Andrea Pizzocolo (Cavalleri)

Omicidio Lavinia, arrestato Andrea Pizzocolo (Cavalleri)

Arese (Milano), 8 ottobre 2014 - I filmini a luci rosse girati proprio da lui. A dimostrare che Andrea Pizzocolo, con le escort, era un «cliente gentile». Vorrebbe proiettarli in aula — a Busto Arsizio dove ieri ha preso il via il processo — il difensore del ragioniere di Arese accusato dell’omicidio della 18enne romena Lavinia Simona Aiolaiei. Secondo l’imputazione Pizzocolo, arrestato il 7 settembre di un anno fa, l’avrebbe strangolata in un motel a Olgiate Olona per poi abbandonarne il cadavere in un campo di San Martino in Strada (Lodi), dopo averne abusato anche dopo la morte. 

Ieri il pm Raffaella Zappatini, d’accordo con la difesa, ha chiesto ai giudici — che si pronunceranno il 17 ottobre — che siano trasmesse le immagini dei minuti in cui Pizzocolo stringe al collo della ragazza una fascetta da elettricista mentre la giovane chiede disperatamente aiuto; e il filmato del giorno prima, in cui il ragioniere e la vittima hanno un rapporto sessuale «normale». Per l’accusa i video dovrebbero provare la premeditazione, mentre il legale Enzo Lepre ha chiesto che siano proiettati appunto tutti i rapporti sessuali «normali» che l’uomo registrò in video.  Per dimostrare che la morte di Lavinia avvenne al termine di un gioco erotico portato involontariamente alle estreme conseguenze dall’imputato, che aveva assunto alcuni grammi di cocaina. «Non si può far vedere solo parte dei filmati, solo quella scena — incalza l’avvocato Lepre — Diverse prostitute hanno testimoniato che Pizzocolo era un cliente attento, gentile nei loro riguardi, ci sono tantissimi altri filmati che mostrano rapporti senza alcuna violenza. Questo dev’essere un processo fatto di testa, se la Corte lo capirà potremo andare avanti per ottenere un risultato importante: sapere la verità.

Che il mio cliente fosse un tossicodipendente ventennale non è un’attenuante — ancora Lepre — Anche quel giorno aveva assunto cocaina e questo gli ha causato una serie di disturbi che hanno influito sull’esito tragico di quell’incontro. Se non vediamo la sua condotta prima di quel fatto non possiamo capire cosa possa davvero essere successo con quella ragazzina, ancora una bambina. Ho chiesto inoltre che si verifichi l’esistenza di messaggi fra il mio assistito e la giovane, precedenti l’appuntamento. La 18enne sapeva che avrebbero fatto quel gioco erotico, lo afferma il mio assistito, non so cosa sia successo dopo, ma tutti lo dobbiamo capire».