Morto il papà malato di meningite: il batterio killer ha avuto il sopravvento

Kristian Gobbetti, 41 anni, di Montanaso, si è spento all’ospedale «Sant’Anna» di Cona (Ferrara) nel reparto di Rianimazione stroncato dalle complicanze sistemiche dell’infezione diffusa a tutti gli organi e comprendente anche la meningite di STEFANO MIELE

Una corsia d'ospedale, foto generica

Una corsia d'ospedale, foto generica

Montanaso (Lodi), 19 gennaio 2016 -  Ha lottato fino a ieri, ma poi, purtroppo, il batterio ha preso il sopravvento. Kristian Gobbetti, 41 anni, di Montanaso, si è spento all’ospedale «Sant’Anna» di Cona (Ferrara) nel reparto di Rianimazione stroncato dalle complicanze sistemiche dell’infezione diffusa a tutti gli organi e comprendente anche la meningite. I sanitari dell’ospedale hanno confermato che tale meningite non è contagiosa e che le persone venute a contatto con il paziente non sono esposte a rischio. E infatti i familiari del dirigente non sono stati sottoposti ad alcuna profilassi. Kristian era ricoverato dal 30 dicembre nel nosocomio che fa parte dell’azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara.

Gobbetti, dirigente della Icr dove lavorava da appena un anno, lascia la moglie e due bambini. Aveva contratto il batterio mentre si trovava in vacanza a Formignana, nel Ferrarese, in casa dei parenti della moglie dove si era recato con la famiglia per trascorrere le vacanze del periodo natalizio. Quando gli operatori del 118 lo avevano visitato avevano deciso subito di portarlo a Cona, una frazione di Ferrara dove è stato aperto un grande polo scientifico. Già quando era arrivato in ospedale l’infiammazione si era estesa in modo fulmineo ed aveva cominciato ad intaccare tutti gli organi. Inizialmente i sintomi avevano lasciato pensare a una meningite non contagiosa, ma gli accertamenti successivi avevano escluso questo tipo di infezione.

Dopo altri esami si era parlato di meningite da pneumococco, un’infezione particolarmente severa ma che non comporta rischi per le persone che sono entrate in contatto con il paziente. Gobbetti era stato portato in ospedale dagli operatori del 118 dopo aver accusato febbre alta, cefalea, difficoltà a reggersi in piedi e vomito. Per qualche giorno le sue condizioni sono state stazionarie, poi purtroppo le condizioni si sono aggravate rapidamente con un’esclalation che non è stato possibile fermare. «Lo streptococco che ha contratto mio fratello sarebbe di un tipo piuttosto raro che di solito colpisce nell’1% dei casi clinici» aveva detto qualche giorno fa il fratello Alan che ancora non si capacitava di come potesse essere stato possibile contrarre questo tipo di batterio.

Kristian era un amante dello sport che praticava trial e andava a nuotare durante tutti i fine settimana. Si divideva fra lavoro, famiglia e la catechesi in parrocchia. I medici avevano anche chiesto l’autorizzazione e fatto arrivare da Mantova un antibiotico salvavita che purtroppo, evidentemente non è bastato per fargli vincere la lotta contro il male.

di STEFANO MIELE