Giovedì 25 Aprile 2024

Vagabondi in ospedale, protesta al Maggiore di Lodi

Monta la rabbia tra dipendenti e degenti, che danno il via a una raccolta firme di Valentina Bertuccio D'Angelo

Accattoni e mendicanti si spingono anche dentro l'ospedale Maggiore di Lodi

Accattoni e mendicanti si spingono anche dentro l'ospedale Maggiore di Lodi

Lodi, 17 dicembre 2014 - Medici, infermieri, pazienti, al massimo parenti e visitatori. Dovrebbe limitarsi a loro il campionario delle persone presenti in un ospedale. Nelle corsie del nosocomio di Lodi invece può succedere di imbattersi in mendicanti, disabili, vagabondi. Accade soprattutto al sesto piano, dove c’è anche la cappella, e soprattutto nelle ore serali e notturne, causando nei degenti e nei dipendenti «disagio e sgomento». Dopo le denunce di pazienti e infermieri impauriti (ne avevamo parlato su queste colonne già a settembre) nulla è cambiato o, se l’ha fatto, l’ha fatto in peggio. Tanto che adesso i lavoratori esasperati, insieme al sindacato Confsal, hanno dato il via, due giorni fa, a una raccolta firme interna – ma aperta anche ai pazienti – per chiedere a sindaco e prefetto di prendere provvedimenti urgenti. «Come un’ordinanza che diffidi esplicitamente i questuanti – spiega Stefano Lazzarini, segretario Confsal Lodi –, in modo da mettere la polizia locale in condizione di intervenire». Perché in effetti il nodo è questo: l’ospedale è un luogo pubblico, «non possiamo chiuderci dentro», aveva spiegato tre mesi fa la dottoressa Angela Bocconi, direttore di presidio. Ecco perché servirebbe un’ordinanza ad hoc. «La presenza di disabili e vagabondi soprattutto al sesto piano, nelle ore notturne e già divenuta insopportabile nonché premonitrice di atti molesti anche gravi», scrivono i lavoratori nella petizione. Non sono rari infatti i casi di furti in corsia, tra i beni personali dei pazienti e degli stessi dipendenti: in media viene denunciato un caso alla settimana. Senza dimenticare il mai affievolito fenomeno dei parcheggiatori abusivi.

Ma per i lavoratori del ‘Maggiore’ di Lodi dicembre è mese di barricate anche per motivi più puramente sindacali. Al pronto soccorso sta montando la rabbia tra gli operatori socio sanitari (Oss) per la gestione non ottimale dei loro turni. Secondo quanto denuncia il sindacato, a dicembre – mese caldo, fatto di picchi di influenze e malesseri – ci sarebbero cinquanta turni scoperti proprio tra gli Oss, che al pronto soccorso si occupano sia di assistenza alla persona sia di movimentazione dei pazienti. «Mancano diverse unità e in taluni casi questi operatori sono lasciati soli a operare oppure sono affiancati da personale di una cooperativa – prosegue Lazzarini –. In altri giorni, al contrario, si ritrovano addirittura in cinque per turno. Una roulette vera e propria». Secondo il sindacalista il credito di Oss ammonterebbe a tre, quattro persone, che, se ci fossero, garantirebbero turni più gestibili. «Così invece spesso si trovano da soli a svolgere un turno. Ma trasportare da soli un paziente può essere un rischio. Chiediamo all’azienda che venga ripristinata una soglia accettabile di condizioni lavorative».