Lidl, l'ampliamento del magazzino di Somaglia fa tremare 168 lavoratori

Somaglia, trasferimenti fino a 210 km: dipendenti sulle barricate

LA SEDE Il magazzino Lidl di Somaglia rimarrà chiuso due anni per l’ampliamento

LA SEDE Il magazzino Lidl di Somaglia rimarrà chiuso due anni per l’ampliamento

Somaglia, 17 marzo 2015 - Ventiquattro mesi di pendolarismo ‘estremo’: da un minimo di 234 fino a 420 chilometri in un giorno, tutti i giorni, per due anni. È la proposta-ultimatum che la Lidl fa ai 168 dipendenti del magazzino di Somaglia a partire da giugno. Fino al 2017, infatti, sull’area ex Seliport il colosso tedesco sarà impegnato nel maxi ampliamento del capannone, che sarà rifatto ex novo per arrivare ad avere un magazzino super meccanizzato alto fino a 30 metri. E per far questo non c’è spazio per i lavoratori. Quasi tutti i dipendenti (rimarrebbero solo quelli impiegati in alcuni uffici come quello del personale) nelle intenzioni dell’azienda sarebbero smistati nei tre centri più vicini: Biandrate, vicino Novara (117 chilometri da Somaglia), Arcole, vicino Verona (179 chilometri), Massa Lombarda, Ravenna ( 210 chilometri). Non dietro l’angolo, insomma. E infatti la notizia, «una terribile doccia fredda» dicono le Rsa Manuel Ricevuto e Marzia Baldrighi, ha gettato tutti nello sgomento. Anche perché inizialmente si parlava di cantieri per sei mesi e zero disagi. Venerdì si sono tenute due assemblee con i rappresentanti di tutte e tre le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, sabato è stato proclamato lo stato di agitazione in vigore da ieri, con un pacchetto di otto ore di sciopero che i delegati dei lavoratori potranno usare quando e se necessario. «L’azienda si è detta indisponibile a trasferire le persone nei negozi del territorio – spiegano Angelo Raimondi e Tommaso Vitale di Filcams Cgil insieme a Luigi Conti e Daniele Ciranno di Fisascas Cisl –. Per loro l’unica soluzione, durante i due anni di chiusura, è un trasferimento assurdo che potrebbe anche portare molti a lasciare il posto di lavoro. Per noi, invece, la soluzione alternativa c’è».

Una cassa integrazione straordinaria di 24 mesi per ristrutturazione, con eventuale integrazione dell’azienda nei casi particolari, in attesa della riapertura del sito lodigiano. «Chiediamo all’azienda di aprire subito un tavolo di confronto, abbiamo invitato anche la Provincia e tutti i sindaci dei Comuni interessati dal cantiere, che hanno fatto parte della conferenza dei servizi, da Casale a Livraga, da Orio Litta a Ospedaletto, da Senna Lodigiana a Somaglia». Per ora nessuno ha risposto. Eppure l’ampliamento della Lidl è stato oggetto, tra l’altro, di un protocollo d’intesa tra questi enti, firmato il 6 marzo, che garantisce «la tutela dell’interesse pubblico, la compatibilità urbanistica, territoriale, ambientale, infrastrutturale e occupazionale», quest’ultima garantita dall’impegno a preferire lavoratori del territorio nei cantieri. Ma sono del territorio anche i dipendenti in trasferta. «Siamo al 70, 80 per cento donne – spiega Marzia Baldrighi – e i contratti part time sono la maggior parte, anche perché è un lavoro pesantissimo. Se anche il part time fosse verticale, come è stato proposto a voce, come possiamo svolgere otto ore di lavoro per tre giorni affrontando fino a 420 chilometri di viaggio, fosse anche con la navetta aziendale?».

I colloqui individuali sono già iniziati, ma sembra che la proposta sia ben poco dettagliata. L’unica certezza è che i trasferimenti dovranno iniziare a giugno, essere a regime da luglio e valere fino a giugno 2017. Anche se la procedura amministrativa in variante al Pgt non si è ancora conclusa.

valentina.bertuccio@ilgiorno.net