Licenziati dopo due anni da vigili ausiliari e sette contratti a progetto: ecco la "normalità" all'italiana

Per due anni e mezzo hanno disseminato multe tra gli automobilisti indisciplinati di Codogno. Poi il benservito finale di Tommaso Papa

di Tommaso Papa

Codogno (Lodi), 15 settembre 2014 - Per due anni e mezzo hanno disseminato multe tra gli automobilisti indisciplinati di Codogno, guadagnandosi stress, sguardi minacciosi e insulti. Il tutto per meno di 900 euro al mese. Con un corollario amarissimo: il benservito finale. È una storia agra nell’Italia del 2014 quella di due persone non più giovanissime che, perso il lavoro, si ritrovano a svolgere mansioni precarie, accompagnate da contratti di lavoro a ‘progetto’ che in realtà sono ‘a raffica’ (sette in due anni e mezzo) e alla fine rimangono con un pugno di mosche nell’indifferenza delle istituzioni. Angela Timpone, pavese, ha 53 anni, è vedova con due figli di 29 e 24 anni, una madre anziana a carico.

In passato lavorava in proprio, poi come agente di commercio ma è stata travolta e si è trovata a spasso. Giuseppe Bianchi è di Codogno e di anni ne ha 44, un diploma da geometra, un passato in fabbrica e in falegnameria. Poi più nulla. Si ritrovano entrambi ingaggiati da una società, l’Aipa (Agenzia italiana per pubbliche amministrazioni) che si occupa di fornire servizi ai Comuni e ad altri enti pubblici. C’è qualche opacità nel passato recente della spa, visto che a marzo il suo presidente pro tempore, Daniele Santucci, era finito in carcere per aver riscosso e fatto sparire 7 milioni di tasse che, secondo la Guardi di finanza di Lecco, erano finiti in «auto di lusso, viaggi di lusso, lingotti d’oro». Ma questo nel 2012 Timpone e Bianchi non lo sanno e con la loro storia non c’entra. Per l’Aipa si presentano al Comando dei vigili di Codogno come «accertatori della sosta». Girano per la città controllando che chi si ferma sulle strisce blu paghi il dovuto. La coppia si dà da fare, ogni anno fa affluire nelle casse comunali circa 30mila euro in sanzioni, ma tutto di chiude il 12 settembre. L’Aipa perde l’appalto del servizio col Comune di Codogno e la società che le subentra non ha nessuna voglia di riconfermare i due ausiliari del traffico.

E il Comune? «Abbiamo chiesto aiuto al sindaco — racconta la signora Angela — volevamo sapere se fosse possibile una specie di clausola per tenerci vincolati a quella occupazione, ma ci ha risposto che non avrebbe potuto. La nuova società alla quale ci siamo rivolti a sua volta ci ha detto che avrebbe dovuto essere il Comune a muoversi. Alla fine siamo rimasti fuori e c’è già qualcun altro che sta facendo il nostro lavoro». Probabilmente i due ex dipendenti dell’Aipa si rivolgeranno a un avvocato per sapere se il loro contratto a progetto era poi del tutto in regola. Per ora chiedono che almeno si parli della loro vicenda, magari del tutto legale, magari del tutto normale di questi tempi. Ma che, dicono, merita di essere conosciuta «perché altri malcapitati non finiscano come noi».

tommaso.papa@ilgiorno.net