Ladro arrestato e scarcerato in 36 ore, il procuratore: "Sono scelte inaccettabili"

Il procuratore capo Vincenzo Russo senza parole: "il problema dei furti non è più tollerabile" di Carlo D'Elia

Il Palazzo di giustizia di Lodi

Il Palazzo di giustizia di Lodi

Lodi, 18 novembre 2014 - Nel giro di 36 ore è stato prima sorpreso mentre tentava di forzare un’auto in un parcheggio in via Matteotti a Casalpusterlengo, poi arrestato, processato per direttissima, condannato e rimesso in libertà. Tutto a tempo di record. Con una procedura che però non ha convinto, ancora una volta, la Procura di Lodi che prepara l’ennesimo ricorso contro la decisione.

Ieri mattina il giudice del Tribunale di Lodi Elisabetta Santini ha convalidato l’arresto di Sandoval Martinez, cileno, 27enne, in Italia da tre settimane e apparentemente senza fissa dimora, disponendo la misura cautelare dell’obbligo di firma in attesa del processo fissato per il 9 dicembre. Bocciata la tesi del pubblico ministero, che per l’imputato aveva chiesto la custodia cautelare in carcere visti «i gravi indizi di colpevolezza». Una decisione che ha lasciato «senza parole» il procuratore capo, Vincenzo Russo. «Non possiamo condividere la linea adottata dal tribunale – attacca il procuratore di Lodi –. I reati contro il patrimonio sono in costante aumento nella nostra provincia. In questo modo non è possibile combattere in maniera concreta il fenomeno di questo tipo di criminalità. Bisogna difendere l’operato dei carabinieri. Il problema dei furti non è più tollerabile».

Ancora tensione, dunque, tra la Procura di Lodi e il tribunale a distanza di una settimana. Perché appena martedì scorso il procuratore capo Russo aveva annunciato la presentazione dell’istanza di riesame al Tribunale di Milano, appena saputo della scarcerazione-lampo di altri due ladri fermati dai cartabinieri in flagranza di reato, cioè colti con le mani nel sacco mentre mettevano a segno un furto in un appartamento di Tavazzano, paese affacciato lungo la via Emilia. «Presenteremo l’istanza di riesame – ripete ora il procuratore – . L’intenzione è di continuare con la stessa linea che abbiamo adottato qualche settimana fa, proprio in occasione del caso di Tavazzano. Non possiamo accettare che i ladri vengano fermati e rimessi in libertà in questo modo». Secondo gli investigatori, Martinez sarebbe solo uno dei quattro membri di una gang di ladri che in quel momento stava forzando diverse auto nel parcheggio della stazione ferroviaria di Casalpusterlengo. Fra l’altro, un intero quartiere proprio di questa cittadina della Bassa, la Ducatona, è sulle barricate da giorni, dopo una raffica impressionante di furti subiti in decine di case e garage. E l’altro giorno, proprio durante un giro perlustrativo nella cittadina, i carabinieri hanno notato i movimenti sospetti dei quattro banditi, che armeggiavano con il volto coperto da una sciarpa. Sfuggiti ai militari gli altri tre complici, in manette è finito Martinez, trovato in possesso di uno zainetto in cui nascondeva un intero “kit dello scassinatore”: un lungo cacciavite, un martelletto per rompere i vetri e guanti di lattice per non lasciare impronte. Non si è pentito, è senza fissa dimora. Eppure è tornato libero.