Incendia l'ospedale Maggiore di Lodi per vendicarsi delle istituzioni, rinchiuso

L'uomo è stato spedito in una comunità di recupero. Dal 23 febbraio ha più volte dato in escandescenza perché, dopo essere stato affidato ai servizi sociali del comune, gli operatori sono stati costretti a razionare il denaro a sua disposizione per evitare che lo spendesse in alcol e slot

Senza risultato le prime ricerche dei vigili del fuoco

Senza risultato le prime ricerche dei vigili del fuoco

Lodi, 1 aprile 2015 - Minacce, danneggiamenti e incendi, il giudice gli dà l’obbligo di dimora in una comunità di recupero. Un uomo di Lodi è stato sottoposto a una misura di sicurezza dal tribunale locale a conclusione di una serie di accertamenti portati avanti dalla questura. Dal 23 febbraio, infatti,l’interessato ha più volte dato in escandescenza perché, dopo essere stato affidato ai servizi sociali del comune, gli operatori hanno cercato di aiutarlo razionandogli il denaro a sua disposizione. In sostanza si badava ad assicurargli tutto l’occorrente per una vita dignitosa, cercando però di evitare che l’aiuto in denaro non finisse nell’alcol o nelle slot machine. Ma all’interessato questo genere di supporto non interessava. L’uomo, come dichiarato più spesso agli stessi poliziotti, ha infatti più volte cercato di avere subito i propri soldi e da lì ha covato un grande astio nei confronti dei dipendenti pubblici. Fino al culmine, l’incendio appiccato in un piano dell’ospedale Maggiore di Lodi che, secondo gli inquirenti, avrebbe anche potuto provocare vittime e danni importanti.