Sessismo al Broletto e il presidente finisce sotto accusa

«Essere scavalcato dalla collega Tagliaferri è un grande onore… anche perché se poi non porta i pantaloni…». Queste le parole pronunciate dal presidente del Consiglio comunale, Gianpaolo Colizzi, nel corso dell’assise di giovedì scorso, e che hanno fatto esprimere il «profondo sdegno» del comitato “Se non ora, quando? - Snoq Lodi” (IL VIDEO) di Laura De Benedetti

Gianpaolo Colizzi, 69 anni (Cavalleri)

Gianpaolo Colizzi, 69 anni (Cavalleri)

Lodi, 17 settembre 2014 - «Essere scavalcato dalla collega Tagliaferri è un grande onore… anche perché se poi non porta i pantaloni…». Queste le parole pronunciate dal presidente del Consiglio comunale, Gianpaolo Colizzi, nel corso dell’assise di giovedì scorso, e che hanno fatto esprimere il «profondo sdegno» del comitato “Se non ora, quando? - Snoq Lodi”. Tutto è cominciato quando, dopo un resoconto tecnico di Laura Tagliaferri, la consigliera (Pd) più giovane, su un documento che risultava essere però stato firmato da Colizzi, il consigliere d’opposizione di Forza Italia, Lorenzo Maggi, ha detto che Tagliaferri aveva “scavalcato” il firmatario della mozione (Colizzi, ndr): sono le 22.43. Dopo circa mezz’ora (ore 23 e 13), Colizzi si fa interprete di un intervento del consigliere Alberto Segalini, definendolo «un vecchio lupo come me» per cui la collega Tagliaferri deve prendere atto di un ringraziamento del collega Segalini… che... quindi dimostra di essere sempre un gran signore, soprattutto attento alle belle ragazze». La brutta ‘conclusione’ di Colizzi, su scavalcate e pantaloni, arriva 5 minuti più tardi (23.18). Maggi solleva obiezioni e Colizzi replica: «Era una battuta simpatica di un vecchio satiro» invitando infine Maggi a «lavarsi la bocca e anche l’altro organo con cui parla». 

«Colizzi — sottolinea Snoq — non ha neppure ribattuto a caldo, con quella frase sessista degna da bar o spogliatoio; non sarebbe comunque giustificabile, dato il suo ruolo, ma si sarebbe almeno potuto dire che non aveva avuto il tempo per riflettere e per scrollarsi di dosso anni di cultura patriarcale per cui una donna, anche quando esplica il suo ruolo di consigliera, viene innanzitutto percepita come oggetto sessuale. Le parole di Colizzi, proprio perché pronunciate dallo scranno più alto dell’assise cittadina, offendono tutti: donne e, che ne siano più o meno consapevoli, gli uomini. Ci si indigna per i cori da razzismo etnico negli stadi e non per quelli da razzismo sessuale in Consiglio? Si ignora che violenza contro le donne e femminicidi hanno origine proprio da questi atteggiamenti triviali e dal colpevole silenzio su di essi? Chiediamo al presidente del Consiglio delle scuse pubbliche nella stessa aula dove le donne, nello svolgimento del proprio ruolo civico, sono state rappresentate come mero oggetto sessuale. Ci rivolgiamo al sindaco, Simone Uggetti, in quanto espressione della maggioranza che ha scelto il presidente, nonché in quanto firmatario, durante le elezioni, di un impegno sull’uguaglianza di genere, affinché si faccia garante della pubblica ammenda e del rispetto del ruolo delle donne nelle sedute a venire».

laura.debenedetti@ilgiorno.net