Delitto di Lodi, l'ultimo addio ad Antonia. Il parroco: "Nessuna vendetta"

Un centinaio di persone hanno preso parte ai funerali della donna di 54 anni uccisa in casa sua in corso Mazzini. Intanto la procura attende il nulla osta per trasferire al carcere di lodi il 37enne egiziano sospettato dell'omicidio

Il funerale

Il funerale

Lodi, 24 maggio 2015 - "Eliminate ogni desiderio di vendetta. Le persone che hanno voluto bene ad Antonia non devono essere logorate da questo sentimento. Diamo tempo alla giustizia". Sono queste le parole pronunciate dal parroco di San Gualtero, monsignor Angelo Pavesi, ieri mattina durante l’omelia al funerale di Antonia (da molti conosciuta con il nome di Antonella, ndr) D’Amico, la 54enne trovata senza vita domenica scorsa nel suo appartamento di corso Mazzini. I due figli, Luigi e Rocco, le sorelle, la mamma e quasi un centinaio di conoscenti hanno voluto dare l’ultimo saluto alla donna colpita a morte con un cacciavite o uno stiletto lungo almeno 15 centimetri, direttamente al petto, dopo essere stata aggredita violentemente dal suo carnefice.

Dolore e sgomento hanno accompagnato l’ingresso in chiesa della bara in legno chiaro, ricoperta con fiori bianchi e rosa. Tre le corone di fiori che sono state depositate in omaggio ad Antonia: due dai parenti più stretti, una da parte degli amici, ancora increduli, di Rocco e Luigi, come segno della loro vicinanza al dolore per la perdita della mamma. "Una donna che è stata massacrata con tanta violenza e crudeltà – ha detto il parroco –. Per tutti è il momento di stringersi attorno al dolore di Rocco, Luigi e delle loro famiglie, che dovranno cercare di superare la perdita di Antonia. Restare in silenzio è fondamentale in questo momento. Diamo tempo alla giustizia. Nessun desiderio di vendetta deve albergare nei cuori delle persone che stanno soffrendo". Al termine delle cerimonia la salma è stata tumulata al cimitero Maggiore. Qualcuno sul sagrato della chiesa di San Gualtero ha ricordato la donna come una "persona semplice, riservata e amata dalla sua famiglia".

Intanto le indagini condotte dal Nucleo investigativo del carabinieri, in collaborazione con i pm Emma Vittorio, Nicola De Caria e il procuratore capo Vincenzo Russo, continuano senza sosta. Massimo riserbo tra i corridoi della procura di Lodi, dove si attende solo il nulla osta del magistrato della capitale per poter trasferire dal carcere di Civitavecchia a quello di Lodi Moussad Hassane Attia Mohamed, 37 anni, egiziano, con cui la vittima aveva avuto una relazione, unico indiziato per l’omicidio, fermato appena dopo 24 ore dal delitto mentre cercava di imbarcarsi a Fiumicino su un volo diretto in Egitto.