Venerdì 19 Aprile 2024

Sordio, Francesco Rigoli è tornato a casa dopo tre anni. La famiglia è felice e volta pagina

Sordio, papà Silvano: grazie a tutti per il sostegno di questi mesi di Paola Arensi

RESPIRO DI SOLLIEVO A sinistra, Francesco Rigoli, con papà Silvano e mamma Rosanna; sopra, la psicologa e psicoterapeuta Lina Barbieri

RESPIRO DI SOLLIEVO A sinistra, Francesco Rigoli, con papà Silvano e mamma Rosanna; sopra, la psicologa e psicoterapeuta Lina Barbieri

Sordio, 5 gennaio 2015 - «Cari amici volevo ringraziarvi tutti per il sostegno che ci avete dato in questi anni. Il nostro sogno si è avverato. Vi auguro un 2015 di felicità. Ho chiesto di chiudere la pagina “Aiutateci a trovare Francesco Rigoli”, ma vi porteròLa psicologa e psicoterapeuta Lina Barbieri sempre nel mio cuore. Silvano». Questo il contenuto del ‘post’ che il papà di Francesco Rigoli, il 27enne di Sordio che era scomparso nel nulla la notte di Halloween del 2011 e che è tornato a casa a Capodanno, ha pubblicato sabato sera sulla pagina facebook che la famiglia aveva aperto per cercare di ritrovarlo. Questa frase fa calare così definitivamente il sipario su una vicenda che aveva suscitato tante emozioni e che resta avvolta nel mistero. La famiglia (nel frattempo trasferitasi a Mercallo, nel Varesotto) si è chiusa a riccio ed è emerso solo che Francesco ha viaggiato molto in questi anni in Europa e che ora sta bene.

Forse all’origine dell’allontanamento anche la paura di deludere papà Silvano e mamma Rosanna a cui aveva detto di stare per laurearsi in Giurisprudenza quando in realtà il suo percorso di studi era in ritardo. La vicenda ha provocato reazioni contrastanti in paese dove c’è chi lo condanna e chi invece sostiene che sia giusto perdonarlo. Il Giorno intanto ha provato a chiedere alla psicologa, psicoterapeuta e psicomotricista Lina Barbieri di Lodi, una spiegazione di tipo professionale dei comportamenti di Francesco.

Dottoressa Barbieri, secondo lei cosa potrebbe aver spinto il ragazzo a nascondere tante verità? «Premetto che non conosco lui né la famiglia quindi non mi permetto di dare tesi certe. In questi casi la situazione è davvero delicata. Tuttavia credo che di fondo Francesco provasse una grande paura di deludere la famiglia».

Crede che in qualche modo possa avere influito il fatto di essere stato adottato? «Diciamo che in ogni famiglia i genitori si fanno delle aspettative nei confronti dei figli. Di alcune si parla, altre si danno per scontate, ma a volte, qualcuno si sente gravato da responsabilità troppo grandi e invece di rinunciare ai progetti intrapresi, propri o altrui, parlando chiaro, ha reazioni di fuga. Secondo me quando si è adottati questo malessere è ancora più profondo per il timore di essere abbandonati due volte, come dai genitori naturali e per il doppio amore che si riceve».

Pensa che Francesco sia andato a cercare le sue origini? «Potrebbe essere. Tanti ragazzi di quell’età adottati, soprattutto se adolescenti, fanno ricerche sui loro genitori naturali e spesso, quando trovano risposte, si tranquillizzano e vivono meglio il rapporto con la nuova famiglia. Il mio augurio a quel ragazzo è di poter riafferrare la sua vita con più fiducia e stima in sé stesso». [email protected]