Meno di 24 ore per dirsi addio: Lodi regina del divorzio breve

Il palazzo di giustizia è tra i più efficienti in Italia. Il procuratore: "Ma qui la pratica è ancora poco nota"

Coniugi in crisi

Coniugi in crisi

Lodi, 6 novembre 2015 - A Lodi è possibile dirsi addio in meno di 24 ore. Un giorno solo per lasciarsi alle spalle un matrimonio finito male. Ottenere l’accordo di separazione consensuale o di divorzio non è mai stato così veloce in Italia. Per questo la Procura di Lodi è capofila tra le procure del Belpaese in tema di divorzio breve. Un riconoscimento al lavoro svolto in questi mesi è arrivato anche dal ministero della Giustizia che sul suo sito istituzionale www.giustizia.it consiglia proprio la procura lodigiana come punto di riferimento per scaricare moduli e saperne di più sulla questione. Da metà marzo, quando è entrata in vigore la negoziazione assistita, il procuratore capo Vincenzo Russo, ha concesso il nulla osta a 66 delle istanze presentate, di cui 36 separazioni e 28 divorzi.

Per la coppia che vuole dirsi addio le cose da fare sono davvero molto semplici. Dopo aver scaricato i moduli dal sito Internet www.procura.lodi.it, i due coniugi dovranno solo compilare la documentazione e, accompagnati dai rispettivi avvocati, presentarsi prima in Procura e successivamente, entro dieci giorni, potranno ottenere l’ok del Comune. Insomma, a Lodi, nel giro di due settimane tutta la vicenda si conclude con buona pace della coppia. Le spese? Contenute di sicuro rispetto alla vecchia modalità.

La documentazione da presentare agli uffici della Procura non deve essere accompagnata da marca da bollo. Le uniche spese saranno quelle legali, senza dubbio contenute rispetto a chi sceglie la strada più lunga e decide di far decidere al giudice del tribunale civile. Il procuratore rilascia due provvedimenti: nulla osta e/o autorizzazione. Il primo caso si applica "se i coniugi non hanno figli minorenni, o figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave e comunque non autosufficienti”, spiegano dalla procura; il secondo qualora si sia "in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave e comunque non autosufficienti”. Il provvedimento che viene depositato in Procura è un accordo già sottoscritto tra i coniugi davanti ai propri legali, (uno per parte) e non firmato davanti al Funzionario, che non deve fare altro che ricevere gli atti e la documentazione per presentarla al pm che stabilirà il da farsi. "Questa è una pratica che ancora non è molto conosciuta dai cittadini – spiega il procuratore capo Vincenzo Russo –. Il funzionario Marcello Damiani, delegato all’istruttoria delle procedure di negoziazioni, è continuamente interpellato da vari uffici per chiarimenti e informazioni. A testimonianza del buon lavoro che viene svolto dalla nostra Procura".